Roma, via Ventotene: 21 anni dopo la strage, il ricordo delle vittime

Un forte boato pochi minuti prima delle 9.30 causò la morte di 8 persone: quattro donne e quattro vigili del Fuoco.

Roma, via Ventotene: 21 anni dopo la strage, il ricordo delle vittime
di Alessia Perreca
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Lunedì 28 Novembre 2022, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:56

Ventuno anni dopo, quel boato pochi minuti prima delle 9.30, del 27 Novembre 2001, se lo ricordano ancora tutti. Il dolore e la rabbia non si sono mai cicatrizzati, tra gli abitanti di via Ventotene, tra Val Melaina e Tufello, nel Municipio III.

Da una palazzina, al civico 32, esplose una violenta fuga di gas che coinvolse ben sei palazzi. Tre risultarono non agibili. E  provocò la morte di otto persone: quattro vigili del Fuoco e quattro donne. Oltre a diversi feriti. Stamani, sul luogo della tragedia sono intervenuti il sindaco Roberto Gualtieri, il presidente del Municipio III, Paolo Marchionne, il dipartimento dei vigili del Fuoco e comandi provinciali di polizia, carabinieri e guardia di finanza.

L’intero quartiere si è fermato per riascoltare il suono delle sirene dei vigili del Fuoco mentre il sindaco Gualteri ha deposto una corona d’alloro sotto la targa che ricorda le vittime di quella drammatica esplosione.

«Una brutta pagina per il nostro quartiere», mi racconta una anziana signora, da vent’anni residente in Piazzale Jonio. «Se solo fossero intervenuti prima, non avremmo di certo ricordato quelle tante persone morte», ha commentato.

All'epoca dei fatti, le indagini avevano confermato la fuga di gas, ma secondo diverse testimonianze, pochi giorni prima della terribile tragedia, alcuni residenti avevano sentito un forte odore di gas - proveniente proprio dalla palazzina dove si è verificata l’esplosione - e avevano allertato Italgas per un intervento immediato. I tecnici della società era arrivati soltanto quella mattina, assieme alla squadra dei vigili del Fuoco, del distaccamento 6A Nomentano, in via Romagnoli, di fronti agli studi Dear: il caposquadra Danilo Di Veglia e i vigili Sirio Coro, Alessandro Manuelli (deceduto qualche giorno dopo l’esplosione all’ospedale Perini, ndr) e Fabio di Lorenzo.

Nella tragedia persero la vittima anche quattro donne: Maria Grosso, titolare di un negozio di parrucchiere al piano terra del palazzo, sua figlia, Fabiana Persone di 22 anni, Elena Proietti, 81 anni, che si trovava all’interno del negozio e Michela Camillo, una studentessa italo-scozzese, arrivata in Italia, per motivi di studio.

Le immagini, ancora impresse nella memoria di molti, furono quelle di uno scenario di guerra: uno squarcio di trenta metri, urla, feriti, finestre distrutte, macerie e vetture distrutte.Tre dei sei palazzi coinvolti, ( tra i civici 20 e 36,ndr), dichiarati inagibili, 400 le famiglie evacuate. Cinque tecnici dell’Italgas, che avevano effettuato i sopralluoghi, ma senza riscontrare alcuna perdita, furono condannati, per lesioni, disastro ed omicidio colposo.

«Una tragedia terribile per coloro che abitano nel nostro municipio», ha commentato l’Assessora alle Politiche Sociali del Municipio III, Maria Romano. «Anche io ricordo il boato che ha provocato la morte di otto persone, coinvolto diverse palazzine attorno a Val Melaina, con 250 famiglie evacuate. Bisognava trovare - ha aggiunto Romano una sistemazione per gli sfollati. Si è creata una grande catena di solidarietà: i cittadini hanno aperto la porta di casa per tutte quelle famiglie rimaste improvvisamente private della loro abitazione; la parrocchia ( del Santissimo Redentore, ndr) ha ospitato alcune famiglie. C’è stata una grande mobilitazione da parte di molte associazioni e del municipio stesso». «Ogni anno ci riuniamo per ricordare un momento toccante della nostra vita, ma per affermare quanto sia importante la prevenzione. Responsabilità e prevenzione da parte di tutti. Perché da un errore si rischia di condannare la vita di molte persone», ha concluso l’Assessora Romano.

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