Roma, slot truccate nel bar e vincite impossibili: così la barista truffava i suoi clienti

La titolare cinese avrebbe incassato fino a gennaio del 2020 un profitto di 8mila e 747 euro

Roma, slot truccate nel bar e vincite impossibili: così la barista truffava i suoi clienti
di Erika Chilelli
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Domenica 15 Gennaio 2023, 08:50

Aveva truccato le slot machine presenti nel suo bar di via Carlo Lorenzini, a Talenti, per incassare di più. La titolare Weiwei Zhang, 33enne di origini cinesi, è finita a processo per truffa derivante da frode informatica insieme a due tecnici: Giancarlo Vivino (69 anni) e Massimiliano Paganino (49 anni) rappresentanti della ditta che forniva le slot. La smart card all'interno della macchina veniva modificata per abbassare il numero di vincite e guadagnare quanto più possibile dalle puntate: sfruttando la dipendenza dei giocatori, i tre si sarebbero aggiudicati, fino a gennaio del 2020, un profitto di 8mila e 747 euro.

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IL RAGGIRO
Entravano nel bar in via Carlo Lorenzini per consumare un caffè, si sedevano al bancone e poi attirati dal brivido della scommessa e del gioco d'azzardo si dirigevano verso le slot machine che si trovavano in un angolo del locale con la speranza di vincere e cambiare la propria vita. Ignari di tutto, però, i clienti venivano truffati dalla titolare del bar: per guadagnare di più dall'attività e arrotondare gli incassi della giornata, la donna aveva deciso di puntare tutto sulla loro dipendenza dal gioco e di trasformare le slot machine, noleggiate da una ditta della Capitale, in una vera miniera d'oro. Prospettando loro un profitto da dividere equamente si era guadagnata la fiducia e la complicità di due rappresentanti della ditta che le forniva le slot e i tre, insieme, avevano pensato ad un modo per manomettere le macchine senza che i giocatori, anche quelli più affezionati, se ne accorgessero.
I due tecnici entravano nel locale, toglievano la scheda informatica dalla macchina e ne modificavano l'algoritmo che prevede una vincita dopo un certo numero stabilito di giocate.

Così facendo avrebbero guadagnato un profitto di 8mila e 747 euro, «alterando il funzionamento del sistema informatico della macchina, manomettendo - si legge nel capo d'imputazione - la smart card al suo interno in modo da modificare a ribasso le percentuali di vincite». Così, quando il cliente si sedeva davanti alla slot, continuava a giocare per diverse ore senza alcuna speranza di vincere e dilapidando il suo patrimonio: il guadagno andava tutto ai tre complici del raggiro. Una truffa andata avanti fino al 27 gennaio del 2020, quando durante un controllo di routine eseguito dalle forze dell'ordine i giochi sono stati scoperti e l'intero importo sottratto ai clienti è stato ritrovato all'interno del bar. I tre sono così finiti a processo con l'accusa di frode informatica per aver manomesso e alterato il sistema informatico delle slot.


LA DIPENDENZA
Con queste condotte, il rischio di assecondare e accrescere la dipendenza da gioco è alto. D'altronde, l'Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli aveva stimato che nel 2022 gli italiani per il gioco sarebbero arrivati a spendere fino a 140 miliardi di euro. Un incremento del 30% rispetto a quanto stimato nel Libro Blu del 2021 di 111 miliardi di euro.

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