Roma, la "strage" dei pini a Montesacro: abbattuti 22 alberi al parco Simon Bolivar, è allarme cocciniglia

Alberi già secchi e malati prima del trattamento contro la Toumeyella
di Alessia Perreca
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Giovedì 10 Novembre 2022, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 13:31

Sono in totale 22, i pini abbattuti nei giorni scorsi, alla pineta Simon Bolivar, a pochi passi da Piazza Sempione, nel quartiere Montesacro. I lavori sono stati necessari in quanto le loro condizioni - nonostante i trattamenti per contrastare nello specifico la cocciniglia - erano tuttavia apparse gravi, a causa del terreno tufaceo e di una scarsa alimentazione. Dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, fanno sapere che stanno valutando la “realizzazione di un nuovo progetto con impianti di diverse essenze.”

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“Tutti e 700 pini sono stati trattati”- ha dichiarato Matteo Zocchi - Assessore alle Politiche Ambientali e Sportive del Municipio III . “Abbiamo fatto un sopralluogo con il Presidente del Municipio, Marchionne. E l’intero municipio  - ha proseguito - è stato coperto, compreso il parco Simon Bolivar.

Gli abbattimenti dei giorni scorsi, però, non risultano legati al parassita. Le piante erano già secche, a fine ciclo e non riconducibili al trattamento.” 

 

Per ogni albero abbattuto, si valuta la piantumazione di un altro. “Verranno assolutamente ripiantate nuove piante, entro il più breve tempo possibile”, conclude Zocchi. “Saranno autoctone. E insieme al supporto degli agronomi del servizio giardini, capiremo quale tipologia possa attecchire e reggere al meglio nel tempo.”

ALLARME COCCINIGLIA “TARTARUGA”

“Come i pini di Roma, la vita non li spezza”, cantava Antonello Venditti nella sua celebre canzone “Notte prima degli esami”. Eppure questi pini, tanto amati dal compositore Ottorino Respighi,  - che a questi alberi ha dedicato un poema sinfonico, nel 1924 - rischiano di morire a causa di un parassita (la cocciniglia tartaruga), letale per la loro sopravvivenza arrivato dal Nord America e ora atterrato in Italia, prima in Campania e, a partire dal 2018, nel Lazio. La sua diffusione è rapidissima. Come una terribile “sanguisuga” che succhia la linfa dai rami giovani, porta all’indebolimento della struttura della pianta e - nel tempo - alla conseguente morte del pino. Il parassita è facilmente individuabile per via della colorazione scura che si crea sulle superfici. Per salvare l’intero albero, il trattamento endoterapico, seppur invasivo, risulta efficace. Si tratta di iniettare nel tronco - attraverso piccoli fori - una soluzione terapeutica a base di Abamectina che, in principio, veniva utilizzata per le processionarie. 

A MAGGIO SCORSO LA RACCOLTA FONDI PER SALVARE I PINI

Lo scorso metà Maggio, grazie all’impegno dei cittadini e di alcuni esponenti della lista Calenda, è stato possibile intervenire per salvare i pini infestati dalla cocciniglia tartaruga. L’allarme è stato lanciato da Silvia Ambrosio, docente e “assessore ombra” all’Ambiente della giunta comunale. “Si tratta di un problema molto grave. Perché sono migliaia i pini che rischiano di morire nei prossimi anni.”

La salvaguardia dei pini romani è stato uno degli elementi della campagna elettorale dello scorso anno. “Siamo stati noi della lista Calenda - ha continuato Ambrosio - a prendere in mano la situazione ed attivarci insieme ai cittadini per risolvere il problema. Alcune persone che abitano nei pressi della pineta Bolivar mi hanno chiesto un supporto. E abbiamo così pensato di fare una raccolta fondi volontaria per l’emergenza pini e con la quale si sarebbe potuto effettuare almeno un trattamento di endoterapia.”

I residenti sono riusciti a raccogliere circa 700 euro, investiti per un intervento di bio-attivazione. “Fare un doppio trattamento ( endoterapia, ndr) a distanza di poco tempo dal precedente non è possibile”, ha spiegato Ambrosio. È necessario attendere almeno un anno e mezzo. Con i fondi raccolti abbiamo pensato ad un intervento di potenziamento dell’endoterapia, eseguito su quegli alberi che ancora avevano una speranza di salvezza. A fine primavera ( 2021,ndr), al termine di un sopralluogo, mi sono resa conto che alcuni pini erano secchi, oramai irrecuperabili e destinati a morire.”

All’indomani della vittoria alle elezioni, anche la giunta Gualtieri ha compreso l'emergenza circa la spinosa questione dei pini romani. "E ha stornato dei soldi, stanziati dalla giunta precedente, per effettuare un intervento sugli alberi della Capitale. Nel dettaglio: - racconta ancora Ambrosio - nel 2019 erano stati trattati 10.000 pini; nel 2021, ne sono stati lavorati 25.000. Per un totale di 35.000, su un patrimonio di 50.000 alberi Pinus Pinea, a Roma. Tra questi interventi, spicca la pineta Bolivar." 

E per tutelare la vita del patrimonio ararboreo il trattamento endoterapico non è risolutivo, soprattutto se interrotto durante il periodo estivo. “Una possibile alternativa - conclude Ambrosio - è auspicare per una lotta biologica con gli insetti antagonisti naturali. Un metodo utile anche per l’abbattimento dei costi e pertanto è necessario incentivare la ricerca in tal senso."

“Abbattere un albero e rimetterlo un nuovo viene a costare circa 2000 euro. Mentre per trattarlo il costo varia tra i 100 e 200 euro a pianta”, ha detto Marta Marziali, consigliera del Municipio III. “È importante assumerci la responsabilità dell’intero patrimonio verde che abbiamo all’interno della nostra città. Bisogna fare investimenti per salvaguardare Roma e la manutenzione ordinaria della cura delle piante sicuramente potrà evitare spese spropositate.”

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