Roma, l'incidente a Fonte Nuova e l’addio a Simone e Alessio: «Cresciuti e morti insieme»

In migliaia ai funerali dei due cugini. «Li chiamavano i fratellini»

Roma, l'incidente a Fonte Nuova e l addio a Simone e Alessio: «Cresciuti e morti insieme»
di Alessia Marani
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 06:57 - Ultimo aggiornamento: 09:10

Giuseppe, il papà di Leonardo Chiapparelli, l'unico sopravvissuto al terribile incidente stradale di venerdì scorso a Fonte Nuova, si guarda intorno poi stringe e abbraccia gli altri genitori: «Un destino maledetto e beffardo il nostro». Non ha parole, il dolore di un padre di fronte al dolore di altri padri e madri che, però, i loro figli li hanno persi per sempre. Don Luigi nell'omelia all'interno della chiesa di Gesù Maestro sulla Nomentana, a pochi metri dal luogo del drammatico impatto (cinque i giovani deceduti), lo ripete più volte: «Un dolore così grande ci unisce tutti, condividere questo momento aiuta. Una carezza, una tenerezza sono quantomai indispensabili adesso, mai negare una tenerezza».

 


«RAGAZZI STUPENDI»
Gli agenti della polizia locale sono costretti a chiudere il tratto di strada di fronte all'ingresso della chiesa, tanta è la folla: duemila persone arrivate ieri pomeriggio per l'ultimo saluto ad Alessio Guerrieri e al cugino Simone Ramazzotti, ventunenni cresciuti insieme, figli di due sorelle, Monica e Natasha. «Abitavano nella stessa palazzina, hanno diviso tutto, sport, scuola, amicizie - racconta mister Maurizio Del Latte, allenatore del Tor Lupara Calcio - due ragazzi bravissimi, stupendi.

Il destino è stato davvero impietoso verso di loro: sono cresciuti e morti insieme». Don Luigi li chiama «i fratellini», perché erano come fratelli tra loro, «ma sono i fratelli più piccoli di tutti noi, di una intera comunità». I genitori versano lacrime infinite. Le due bare bianche ricoperte di candide rose fanno il loro ingresso nella navata tra un lungo applauso. Ci sono gli ex compagni di scuola dell'Istituto Frammartino, il fratello di Alessio. «Mentre Simone era figlio unico, i genitori sono a pezzi», racconta un'amica di famiglia.

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All'uscita palloncini bianchi e cuori rossi. Una cerimonia composta, silenziosa. I due cugini sono morti insieme con Valerio Di Paolo, che era alla guida della Fiat 500, che ha sbandato paurosamente finendo prima contro un palo della luce, poi contro un albero per poi capottarsi più volte. Uno schianto che non ha lasciato scampo nemmeno alle diciassettenni Flavia Troisi e Giulia Sclavo. Ieri in chiesa c'erano anche le loro famiglie. «Domani (oggi, ndr) alle 11 torneremo qui per partecipare alle esequie di Valerio e Flavia - dice Lionello Sclavo - il giorno dopo, invece, sabato, alla stessa ora, presso la chiesa di Santa Maria Maddalena in largo Fausto Vicarelli, a Talenti, piangeremo il nostro angelo, la nostra cucciola Giulia».

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Giulia Sclavo, studentessa di liceo scientifico, aveva conosciuto Simone Ramazzotti durante il corso per il brevetto di assistente bagnante. Tra i due era nata una simpatia, «si frequentavano - racconta papà Lionello - quella sera Giulia era al pub vicino casa. Ci andava ogni giovedì e non avevamo alcun motivo di preoccuparci perché era una ragazza in gamba. Lei e Simone sono volati via in cielo insieme». Domani alle 18,30 la comunità di Fonte Nuova si stringerà ancora una volta intorno alle famiglie in una fiaccolata di solidarietà, patrocinata dal Comune.
LA VELOCITÀ
Intanto, la Procura di Tivoli ha disposto delle perizie tecniche sull'auto incidentata per escludere che vi possa essere stato un guasto, mentre i risultati degli esami tossicologici effettuati durante l'autopsia su Valeri (il guidatore), saranno noti tra qualche settimana.
 

 

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