Vent'anni per un alloggio a Colle Salario, ma lo trova già occupato. L'incubo di Angelina, vedova e con una figlia disabile

Solo a distanza di 10 giorni le è stata assegnata una nuova sistemazione

Vent'anni per un alloggio a Colle Salario, ma lo trova già occupato. L'incubo di Angelina, vedova e con una figlia disabile
di Fernando M. Magliaro
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Domenica 30 Ottobre 2022, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 09:10

Occupazioni, sanatorie più o meno scoperte e storie terribili di soprusi: il mondo delle case popolari parte da alcuni punti fermi. Numeri dietro i quali si celano sempre storie di disperazione: 10mila sono quelle occupate, fra patrimonio comunale e case dell'Ater regionale; in questo anno siamo a poco meno di una cinquantina di alloggi assegnati regolarmente; per la politica, un 30% delle occupazioni Ater è sanabile. Alla fine, la possibilità per un occupante abusivo di essere sanato in un modo o nell'altro, spunta sempre fuori. Succede con le case Ater, dove il 17% su 46mila alloggi risulta occupato abusivamente, e con i beni del Campidoglio: occupare una caserma o una scuola alla fine comporta quasi sempre il premio di una casa popolare scavalcando chi si è messo in fila. Emblematica la storia di Angelina, 70 anni e venti di questi passati ad aspettare la casa. Quando a inizio mese è arrivata all'incredulità subentra lo sconforto: la casa a Colle Salario, III Municipio, in via Force era stata occupata abusivamente. Vedova e colpita negli affetti dalla perdita di un figlio per il Covid, Angelina non rusciva più far fronte all'affitto a Bufalotta anche perché le rimane di occuparsi di un'altra figlia con disabilità. Una delle mille storie di ingiustizia e soprusi fra disperati. Per colmo, nemmeno si sa da chi: i 52 metri quadri, fino a poche ore prima dal giorno della consegna liberi, risultavano occupati al momento dell'ingresso di Angelina. E nessuno, vigili, Municipio, Campidoglio, Ater, Regione, sapeva dire da chi, visto che ogni volta che si è provato a fare un accesso dentro non è stato trovato nessuno. Interrogazioni ovunque, chiamate concitate e poi l'assurdo di dover cercare soluzioni alternative perché quella casa sembrava inghiottita in un buco nero. Un buco nero che è rimasto tale almeno fino a una decina di giorni fa, nonostante i ripetuti annunci di censimenti del patrimonio immobiliare, fatti a cadenza regolare dalle varie amministrazioni. Solo dopo denunce e segnalazioni, infatti, si è riusciti a mettere una pezza dando alla donna, a un'altra casa, mentre quella è rimasta in mano agli abusivi. Il problema primario è che il Comune non sa cosa possiede: le carte non vengono aggiornate tempestivamente, a volte per anni rimangono registri con informazioni vecchie, i canoni non si riescono ad incassare in un circolo vizioso.

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MANUTENZIONI ASSENTI

Vale per il Comune e per Ater: più di qualche inquilino non paga, mancano i soldi per fare le manutenzioni anche quelle più basilari, altri inquilini rifiutano di pagare visto che non hanno nulla in cambio.

E alla fine, per ripianare i bilanci, si vende. Ma non prima che certa politica abbia trovato la scappatoia per fare qualche sanatoria. E in mezzo rimangono impigliati coloro che ne avrebbero diritto: come quell'ottantaseienne che, quasi un anno fa, andò in ospedale per alcune visite e al ritorno, dopo una ventina di giorni di degenza, trovò la casa occupata. E ci vollero parecchi sforzi per riuscire a farlo rientrare nel legittimo alloggio assegnato a Don Bosco, zona Tuscolana. O come il caso di Serpentara dove una coppia è riuscita, nel 2020, a farsi consegnare le chiavi di un alloggio Ater dalla figlia dell' assegnatario defunto. La scusa? Difendere la casa. O come l'ultima decisione del Campidoglio: 11 milioni per ristrutturare La caserma occupata al Porto Fluviale ad Ostiense. Che è occupata. E per chi ha i requisiti anche se magari non è neanche in lista, riceverà il buono per avere la casa popolare.

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