La turista stuprata a Roma sarà risarcita dallo Stato

Pronto un progetto di modifica della legge che non prevede indennizzi per gli stranieri. Sanasi D’Arpe Consap): «Le vittime vanno tutelate a prescindere dalla loro residenza»

La turista stuprata a Roma sarà risarcita dallo Stato
di Alessia Marani
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 00:03

Lo Stato dovrà risarcire le vittime di reati violenti accaduti nel territorio italiano anche se si tratta di residenti all’estero. Specie se quello subito è un delitto odioso e choccante come una violenza sessuale. Il professore Vincenzo Sanasi D’Arpe, amministratore delegato della Consap, la società partecipata del ministero dell’Economia che gestisce i servizi assicurativi di rilievo pubblico ereditati da Ina, dopo avere letto sul Messaggero del caso della turista australiana stuprata a Colle Oppio che si è vista rifiutare la richiesta di risarcimento inoltrata al “Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti” perché straniera, ha preparato un progetto di modifica della legge del 2016 che, recependo la direttiva europea del 2004, ha istituito il Fondo.

«È chiaro - afferma i il professore Sanasi D’Arpe, cassazionista e tra i massimi esperti in materia di amministrazione di grandi imprese in crisi - che la ratio della norma intende tutelare tutte le vittime, a prescindere dalla residenza.

Per questo ho voluto prendere personalmente questa iniziativa affinché sia garantita quella equità che la stessa signora rivendica». Secondo l’ad Consap, tale modifica non andrebbe in contrasto con l’articolo 11 della legge del 2016 e sarebbe perfettamente coerente con l’articolo 3 della Costituzione.


IL DRAMMA
Ma andiamo per gradi. La donna, una modella all’epoca 49enne, in vacanza nella Capitale, il 3 ottobre del 2016 venne avvicinata nei pressi di un bar da un romeno senza fissa dimora, Eduard Oprea, 41 anni, ben vestito e dai modi gentili, si offrì di indicarle la strada per l’albergo. Ma la richiesta di informazioni, si tramutò in un incubo: la turista venne condotta in un luogo appartato del Colle Oppio e qui picchiata e abusata dopo essere caduta a terra priva di sensi. Finì in ospedale, con il setto nasale rotto e 30 giorni di prognosi. Il romeno venne arrestato dalla Squadra mobile, incastrato dalla prova del Dna. La giustizia italiana, da allora, ha fatto il suo (lento) corso: nel 2019 la condanna di 12 anni viene ridotta a 10. Nel 2020 la decisione viene confermata in Cassazione.

La 49enne avrebbe avuto diritto a un risarcimento stabilito dal giudice in 50mila euro. Ma quei soldi non li ha mai visti. «Il romeno è nullatenente - spiega l’avvocato Mario Rinaldi -. Inoltre, si è avvalso del patrocinio gratuito dello Stato e, quindi, lo Stato stesso, per legge, non può provvedere. Ecco perché la mia cliente si è rivolta al Fondo per le vittime di violenza e reati mafiosi, come avrebbe fatto qualsiasi altra assistita. Ma il Comitato presieduto dall’autorità prefettizia che deve valutare l’istanza l’ha rigettata in quanto la signora è australiana e non risulta stabilmente residente in un Paese europeo». Motivo per cui la donna ha fatto causa al ministero dell’Interno ritenendo la decisione «discriminatoria, per me e per tutte le donne». Il 18 gennaio, dopo oltre un anno, è stata fissata la prima udienza, slittata d’ufficio al 4 aprile. 


Sanasi D’Arpe è rimasto molto colpito dalla vicenda. Al termine dell’attività istruttoria dei Comitati predisposti, infatti, è la Consap a erogare i risarcimenti. «Formalmente sia il Comitato che il ministero, dopo avere anche chiesto parere all’Avvocatura generale dello Stato, sono stati impeccabili nell’applicare la legge - chiarisce ancora l’ad - ma sono convinto che una modifica della legge sia necessaria e rispondente alla spirito del legislatore, sia europeo che nazionale, che intende proteggere i diritti inviolabili della persona. Dirò di più: il danno morale e fisico subito da una vittima di stupro è, per certi versi, incalcolabile e non può essere il fatto di avere subito la violenza mentre si è in vacanza, a fare venire meno il diritto a un minimo risarcimento».

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