Roma-Tel Aviv, truffa da 13 milioni di euro sui siti di investimento online. Presa la banda dei finti broker

In cinque sono accusati dalla Procura capitolina di far parte di un’associazione a delinquere

Roma-Tel Aviv, truffa da 13 milioni di euro sui siti di investimento online. Presa la banda dei finti broker
di Valeria Di Corrado
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Lunedì 13 Marzo 2023, 17:39

Una mega-truffa da quasi 13 milioni di euro sull’asse Roma-Tel Aviv realizzata grazie alle piattaforme di investimenti online. Una banda di italo-israeliani è stata scoperta dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, grazie alle segnalazioni della Consob e alla collaborazione della Divisione frodi israeliana. In cinque sono accusati dalla Procura capitolina di far parte di un’associazione a delinquere che, «giovandosi del contributo di gruppi criminali organizzati operativi in più di uno Stato (uno dei quali individuato in Polonia)», commettevano in Italia e all’estero «più delitti di abusivismo finanziario, truffa e autoriciclaggio». Il gip del Tribunale di Roma, Zsuzsa Mendola, ha ordinato la custodia in carcere per tre degli indagati, i domiciliari per un quarto e il sequestro di 12,4 milioni di euro.


IL CAPO DEI CAPI


Al vertice di questa organizzazione c’è il romano 41enne Daniele Cohen (definito il “capo di tutti i capi”), arrestato lo scorso 15 giugno a Tel Aviv, a seguito dell’emissione di un mandato di cattura internazionale, insieme all’israeliano Amos Barzilay e all’italo-colombiano Daniel Khordyan.

Ora si trovano ai domiciliari, in attesa di estradizione. Secondo l’accusa, gestivano circa 22 piattaforme di investimento e, «tramite il web e le cosiddette attività di cold calling», promuovevano prodotti e servizi finanziari, senza autorizzazione, «dissimulando la fittizietà degli investimenti promossi» e «inducendo in errore la propria clientela». Poi facevano transitare i soldi su “conti di sponda”, in modo da non conservare traccia delle operazioni, fino a farli confluire in società estere (Polonia, Georgia, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca). Sono almeno 46 le persone che hanno sporto denuncia sul territorio italiano contro i sedicenti broker.

Oltre a Daniele Cohen, difeso dall’avvocato Daniele Francesco Lelli, è indagato anche il padre, Ever Cohen, e l’israeliana Elena Bilaus. L’83enne Cohen ha una società di Latina (estranea all’inchiesta) che si occupa sempre di finanziamenti, con una sede a via dei Falegnami, nel cuore del ghetto ebraico di Roma.

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LE INTERCETTAZIONI


Tra le prove di questa attività illecita, il gip nell’ordinanza di arresto allega una serie di intercettazioni. In particolare, quella in cui Alexandra Cohen (estranea all’indagine) parla di suo fratello Daniel. «Ma tuo fratello non ci aveva Forex (Foreign Exchange Market, ossia il mercato delle valute, ndr)?», le chiede un amico. E lei conferma: «Mio fratello è multi miliardario. Lui ha i soldi per comprare me, te... questa casa, sto palazzo... Mio fratello ha i miliardi, non i milioni, i miliardi». In un’altra conversazione, sempre parlando dell’attività di Daniel, dice: «Sai cos’è la Forex? Sai cos’è vendere le valute? Sai le persone che ogni tanto ti chiamano e ti dicono vuoi investire? In Italia non è legale... lui ha 145 compagnie nel mondo».
A un certo punto, il 21 maggio del 2018, Ever chiama Daniel per chiedergli una grossa somma di denaro, ma il figlio prende tempo: «La gente mi chiama e mi chiedono i soldi, anche i fornitori e i soci in affari. Lo capisci?». Poi, per tranquillizzare il padre, dice: «Per fortuna non è una società di ladri. Sono ottimista, non sono pessimista. Sono ottimista e riusciremo a liberare i soldi. Lo capisci? Ci vorranno un altro giorno o due (...) Andrà tutto bene, ogni giorno produciamo e non ci strozziamo».

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