Trans soffocata in albergo ad Ardea, il killer Mirko Angeloni intercettato: «Quando sbrocco lo faccio alla grande»

Alejandro Daniel Cabral, 50 anni, meglio conosciuta come Naomi, uccisa da un cliente: Mirko Angeloni, 35enne romano

Trans soffocata in albergo ad Ardea, il killer Mirko Angeloni intercettato: «Quando sbrocco lo faccio alla grande»
di Ivo Iannozzi
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 16:38

L'ha colpita più volte. E al culmine di una violenta lite ha prima provato a strangolarla, poi le ha premuto il volto sul materasso della camera da letto fino a soffocarla. Lasciandola sul letto completamente nuda. Così Mirko Angeloni, 35 anni, romano, ma residente ad Ardea, è stato arrestato con l'accusa per l'omicidio di Alejandro Daniel Cabral, 50 anni, meglio conosciuta come Naomi, transessuale di origini argentine assassinata la sera del 5 ottobre e ritrovata il giorno dopo in una camera d'albergo sul litorale di Marina di Tor San Lorenzo. Ad arrestare Angeloni sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e i colleghi della Compagnia di Anzio su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Velletri su richiesta del pubblico ministero della Procura veliterna. Gli investigatori hanno ricostruito le ultime ore di vita della vittima, che da alcuni mesi si era trasferita nel piccolo appartamento preso in affitto di Marina Tor San Lorenzo dove si prostituiva.

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LA SCELTA
Aveva scelto una vita più tranquilla dopo aver frequentato la strada, in particolare le zone della Pineta di Ostia, Trigoria e la litoranea. Nell'appartamento riceveva i suoi clienti, tra questi anche il suo assassino che altre volte si era intrattenuto con la trans. A trovare il corpo dell'argentina, una sua amica che aveva dato l'allarme. Quando i carabinieri sono intervenuti hanno trovato la camera da letto in disordine, mentre nei capelli della vittima sono stati trovati numerosi frammenti di vetro di un posacenere utilizzato dal killer per colpirla, sul muro anche numerose tracce di sangue.
Per risalire all'assassino, i carabinieri si sono concentrati sugli ultimi contatti telefonici della vittima e sulle persone che l'avevano incontrata poche ore prima dell'omicidio.

In tanti sono stati ascoltati e tra questi Angeloni: era stato l'ultimo uomo, la notte del 5 ottobre, a intrattenersi con la trans argentina nell'appartamento di Marina Tor San Lorenzo. I militari hanno quindi deciso di mettere sotto controllo l'utenza telefonica del sospetto e di piazzare anche delle cimici sulla sua auto. Mosse decisive per risolvere il caso. Da una conversazione del 10 ottobre con il fratello arrivano infatti i primi riscontri che indirizzano gli investigatori. «Tu lo sai che quando sbrocco, sbrocco alla grande», dice Angeloni.

 


LA CONVERSAZIONE
Nel corso di un'altra conversazione, sempre con il fratello, aggiunge: «Mi è partita la testa. Non so cosa mi dice il cervello, non mi sono regolato». Fino al dialogo carpito in auto tra l'indagato e un'altra transessuale: «Ho ammazzato uno», ammette. Nell'ordinanza di arresto il Gip scrive che le modalità del fatto, «per come emergono dalle stesse parole dell'indagato, rilevano una enorme aggressività e un vero spregio della vita umana, privo di qualunque resipiscenza». Angeloni qualifica come «naturale la sua violenza e lungi dal mostrare una qualche forma di dispiacere si limita a giustificare», conclude il Gip. Dopo l'omicidio, il 35 enne era fuggito dall'appartamento lasciando Naomi completamente nuda sul letto e la porta d'ingresso dell'abitazione socchiusa. L'allarme era scattato solo il giorno dopo, intorno alle 15 del 6 ottobre, quando un'amica che aveva appuntamento con l'argentina per andare a pranzo si era allarmata per il suo ritardo. Aveva quindi raggiunto l'appartamento che occupava la trans, trovando la porta socchiusa; una volta entrata in camera da letto aveva trovato il corpo senza vita di Naomi. E aveva dato l'allarme. «Prima abitava nella zona di Ardea centro ricordano le amiche, alcune argentine - e frequentava soprattutto le zone di Trigoria, la pineta di Ostia. A un certo punto aveva pensato di prendere in affitto un appartamento in questa zona dove vivere la propria vita senza più dover frequentare la strada. Era una persona tranquilla che non aveva mai avuto problemi».

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