Parte, non parte. Parte, no, non parte: quindici mesi di lavori invece dei sei preventivati dal Campidoglio, e il tram 8 regala ai romani una nuova perla che fa onore al suo antico nomignolo: “l’ottovolante”. Domenica 1 ottobre, dopo due giorni passati fra collaudo e pre-esercizio, il tram da Casaletto a piazza Venezia doveva ripartire. Annunci in pompa magna con tanto di post trionfanti del sindaco Roberto Gualtieri su Facebook. Poi, come nel celebre episodio del trattore sovietico di Peppone nel film Il Compagno Don Camillo, il tram si blocca. E rimane fermo da domenica a metà pomeriggio di lunedì. Con l’atroce ironia dei romani che si è manifestata in tutta la sua genuinità.
I FATTI
Metà pomeriggio di domenica: da qualche ora l’8 ha ricominciato ad allietare le orecchie di romani e turisti.
Arriviamo a domenica: la banda in piazza non c’era ma a compensare c’era la lobby filotranviaria tanto cara a una certa sinistra pronta a fare da claque. Passano solo poche ore e arriva lo psicodramma: il tram si ferma dal capolinea di Casaletto fino alla stazione di Roma Trastevere. Per 24 ore, i tram vanno da piazza Venezia a stazione Trastevere, i bus sostitutivi da Trastevere e Casaletto, dimostrando quanto la rete di tram sia inadatta alla realtà romana, fragile e incapace di assicurare efficacia ed efficienza nel trasporto: l’esatto cliché di quanto potrebbe avvenire in tutto il centro se andasse in porto il contestatissimo progetto della Termini-Vaticano-Aurelio. Motivo del blocco: un quadro elettrico che salta. Causa sconosciuta. Con l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, che annunciando il ripristino della linea per questa mattina, si scusa con i romani.
LE REAZIONI
Gli sberleffi sui social non si sono fatti attendere. «Incompetenza allo stato puro, lontano dalla realtà, tipico comportamento da snobbone della sinistra» scrive Cristiano De Angelis sotto il trionfalistico post di Gualtieri. «E anche qui uno strato di asfalto! Maledizione a me e quando ti ho votato» aggiunge Michele Gasbarro. «Abbiamo risolto tutti i problemi con il tram... anni ‘50», rilancia Barbara Gentile. Chiude Fernando Iancenelli: «Ma sei serio? Avete ripristinato a mezzo servizio il tram senza aver lavorato dove effettivamente c’era da sostituire i binari. Hanno impiegato 15 mesi invece di 9. Dovranno richiudere tutto per mesi a fine scuole perché c’è da rifare tutto il piano binari del deposito di Porta Maggiore. Qui siamo felici per una cosa ripristinata a metà e con date “ad capocchiam”».
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