Roma, tassista lo investe dopo la lite e scappa via. L’aggressione avvenuta davanti al figlio

A Fiumicino un 53enne viene travolto dall’auto dopo gli insulti ad un incrocio

Roma, tassista lo investe dopo la lite e scappa via. L aggressione avvenuta davanti al figlio
di Fer. M. Mag.
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Lunedì 10 Aprile 2023, 22:29

Una lite stradale che finisce all’Ospedale Grassi di Ostia con una diagnosi di frattura del ginocchio, problemi al piatto tibiale, costole incrinate e un contusione polso sinistro. E forse con un intervento chirurgico per rimettere a posto i danni. All’inizio sembra una delle mille discussioni per una precedenza mancata di quelle che ogni giorno si verificano in strada. Questa volta, però, l’esito è stato ben peggiore: prima la lite, poi le parolacce, poi addirittura uno dei due protagonisti che cerca di investir e l’altro, lasciandolo alla fine a terra. Teatro: Fiumicino, di venerdì santo. Il racconto è di Marco Pausilli, 53enne di Isola Sacra: «Venerdì mattina verso le 10 ero in macchina con mio figlio. Lo stavo accompagnando al lavoro. Venivo da via Passo Boule e mi sono immesso sulla rotatoria di via Coni Zugna in direzione via del Faro. Arriva un tassista, non rispetta la mia precedenza e per poco non mi prende». Partono le parolacce e i colpi di clacson. 

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Fino qui sarebbe uno dei tanti alterchi quotidiani, di quelli che però solitamente si concludono con reciproci improperi senza altre conseguenze.

Invece «il tassista, a parte le offese che stavano innervosendo mio figlio, cercava di sorpassare a destra e sinistra. Siamo passati davanti al Poliambulatorio, poi abbiamo girato verso villa Guglielmi direzione Ponte 2 Giugno. Il taxi continuava le sue pericolose manovre accompagnate da parolacce. A quel punto ho accostato alla rotonda per cercare di portarlo alla ragione: volevo spiegargli che era in torto perché magari non conosceva la strada e non si era reso conto del dare precedenza, anche se le rotonde sono rotonde ovunque. Scendo dalla macchina, faccio per andargli incontro ma lui, come in un film, è partito a tutta velocità prendendomi il ginocchio. E sono finito sul cofano. Poi sono stato scaraventato a terra. Il tassista a quel punto è sceso è mi ha detto che mi ero buttato sotto la sua auto in corsa».

LA DIAGNOSI

La storia, ovviamente, finisce in ospedale, al Grassi si Ostia. Dove Marco Pausilli è rimasto più o meno fino alle otto di sera uscendone con una diagnosi pesante: «frattura del ginocchio dx, problemi al piatto tibiale, costole incrinate e un contusione polso sinistro». Scrive poi Pausilli sul proprio profilo Facebook: «Ora sono bloccato e dolorante; dovrei operarmi al piatto tibiale. La gente sta impazzendo». Nel racconto, Pausilli sottolinea quanto sia pesata la presenza del figlio in macchina. Al Messaggero, racconta: «Ho visto la disperazione e lo sconforto sul viso di mio figlio. In più, il dolore che provavo mi hanno mandato in confusione. Dolorante a terra, ho detto al tassista che poteva dire qualsiasi cosa ma lui sapeva benissimo ciò che aveva fatto. Ad un certo punto non so se la sua coscienza o i troppi testimoni, ha cominciato a scusarsi. Io mi sentivo sempre più dolorante anche guardando mio figlio quindi ho chiesto di farlo andar via e di fargli la foto alla targa del taxi: non volevo vederlo e volevo far uscire mio figlio da quella situazione. Mi sono alzato, rimesso alla guida, accompagnato mio figlio al lavoro nonostante volesse chiamare un’ambulanza. Invece, io ho insistito che non avevo nulla e che comunque sarei andato a farmi controllare. La cosa peggiore è stata pensare a mio figlio che vedeva il padre investito volontariamente. Non so come ho fatto a guidare per tornare a casa e poi farmi accompagnare al Grassi».

Per ora, tuttavia, Pausilli non ha sporto denuncia nonostante il Grassi sia uno dei tre nosocomi - gli altri due sono il Policlinico Umberto I e il San Camillo-Forlanini - dove sono stati ripristinati i posti di polizia permanenti. Stando al racconto, piuttosto difficoltoso, di questa parte della vicenda si occuperà l’avvocato di famiglia già contattato dalla moglie di Pausilli e dalla figlia. 

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