Tassista violenta turista sul taxi a Roma, condannato a 2 anni. La donna ha anche dovuto pagare la corsa 50 euro

La straniera era atterrata a Fiumicino. L’imputato: «Faccio l’abusivo da 30 anni e non ho mai toccato una donna con un dito»

Tassista violenta turista sul taxi a Roma, condannato a 2 anni. La donna ha anche dovuto pagare la corsa 50 euro
di Valeria Di Corrado
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Venerdì 26 Maggio 2023, 23:26 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 15:25

Appena atterrata all’aeroporto di Fiumicino, è uscita dal terminal ed è stata letteralmente circondata da un nugolo di tassisti abusivi che propongono corse a prezzi scontati rispetto alle tariffe esorbitanti di chi ha la licenza. La donna, non avendo gli strumenti per cogliere la differenza, si è fidata ed è salita a bordo dell’auto di uno degli abusivi, che - tra l’altro - si è qualificato come autista di Uber, pur non essendolo. Ha chiesto di essere accompagnata all’hotel “Th Carpegna Palace”, in zona Aurelia. Ma non poteva immaginare che, nel momento in cui il 59enne ha messo in moto, sarebbe iniziato un viaggio da incubo. La turista straniera, infatti, ha denunciato di aver subito degli abusi sessuali e ieri - dopo un processo celebrato con il rito abbreviato - il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Tiziana Coccoluto, ha condannato l’uomo a due anni e otto mesi di reclusione. Il pubblico ministero Francesco Minisci ne aveva chiesti quattro.

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LA SERA DEI FATTI

La vicenda risale al 17 luglio scorso, durante una torrida serata d’estate.

Stanca dopo un lungo volo e spaesata dalla confusione che si crea sempre all’uscita dello scalo, per via degli “abusivi-strilloni”, la turista - francofona - crede di salire a bordo di un’auto del servizio Uber. Comunica la destinazione, ossia il nome dell’albergo dove deve alloggiare. Giuseppe D.R., l’imputato, le comunica che il prezzo della corsa sarebbe stato di 50 euro. Lei si siede vicino al conducente. A un certo punto del tragitto, l’uomo, «con violenza consistita nel tenerle con forza la mano» sulle sue parti intime, «la costringeva a compiere atti sessuali» e «la palpeggiava ripetutamente sul seno e sui fianchi». Il tutto, «con l’aggravante di aver approfittato di circostanze di tempo, luogo e di persona - si legge nel capo d’imputazione - trattandosi di una turista straniera appena atterrata in Italia e salita da sola a bordo di un taxi abusivo». La vittima riesce a scattare una foto delle mani dell’uomo addosso a lei e la manda a un amico, al quale scrive: «Orribile». Una volta arrivata a destinazione, paga perfino la corsa durante la quale sarebbe stata abusata. Ma, cercando di mantenere la lucidità, prima di scendere dall’auto, si fa dare il numero di cellulare del conducente, con la scusa che l’avrebbe richiamato nel caso avesse avuto bisogno di un altro passaggio per tornare all’aeroporto. L’indomani va alla polizia e presenta una querela, poi riparte per un’altra destinazione, visto che a Roma era solo di passaggio. Come prova di ciò che denuncia, allega la foto, la chat di Whatsapp e il contatto telefonico del tassista. Grazie a questo elemento, alle immagini estrapolate dal circuito di videosorveglianza dell’hotel “Th Carpegna Palace” e al liquido seminale trovato sulla borsa della turista, gli agenti riescono a rintracciare il 59enne, che - una settimana dopo i fatti - viene arrestato proprio davanti allo scalo di Fiumicino. Ora si trova ai domiciliari, con braccialetto elettronico.

LA DIFESA

Inizialmente, nel suo interrogatorio di garanzia, l’imputato aveva ammesso che c’era stato un rapporto sessuale con la vittima, ma che era stato consenziente; mentre ieri, in aula, si è rimangiato tutto: «Io non sono un delinquente. Faccio questo servizio abusivo, pubblico, porta la gente da 30 anni, dal 1993. Non mi sono mai permesso neanche con un dito di toccare una donna». Poi, riguardo alla turista che lo ha denunciato, ha aggiunto: «Si vedeva che era una donna di facili costumi, era pure mezza svestita. Dai discorsi che faceva al telefono, secondo me aveva una relazione extraconiugale. E comunque non sono stato io a chiederle i 50 euro a fine corsa, me li ha dati lei di sua spontanea volontà».

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