Tre rate, non più due. Avvisi via Posta elettronica certificata (Pec) e ritorno della domiciliazione bancaria: arrivano le nuove regole per pagare la Tariffa dei Rifiuti, la Tari. E, stando al Campidoglio, la tariffa resta invariata nonostante l'inflazione.
IL PROVVEDIMENTO
A illustrare in Aula i due provvedimenti è stata l'assessore ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi: «Le modifiche più rilevanti - ha detto - riguardano le modalità di pagamento della tariffa: a partire dal 2024 il versamento della Tari sarà effettuato sia dalle utenze domestiche che non domestiche non più in due rate ma in tre, con scadenza 30 aprile, 31 agosto e 30 novembre. Il contribuente potrà però anche versare l'intero tributo insieme entro il 30 aprile». Questo, ha detto ancora Alfonsi, «comporta anche notevoli risparmi di spesa anche per l'amministrazione che invierà i bollettini una volta soltanto, e una importantissima semplificazione contabile». Rispetto alle modalità di invio per l'avviso di pagamento della Tari «è previsto l'uso della Pec, sia per le utenze non domestiche sia per le domestiche che ne facciano richiesta; è prevista inoltre la possibilità di chiedere l'avviso per posta elettronica ordinaria o altri applicativi informatici. Le utenze domestiche continueranno a ricevere l'avviso anche sull'app Io» che nel 2022 ha fatto raggiungere un tasso di riscossione record di quasi l'80%. «Infine, sempre per semplificare la vita ai contribuenti, abbiamo riattivato sia per domestiche che non domestiche, la domiciliazione bancaria».
I NUMERI
Alfonsi ha chiarito alcuni numeri del servizio rifiuti: «Nel 2023 i costi del servizio di gestione da parte di Ama ammontano a 804 milioni, rispetto ai 799 del 2022, un incremento pari allo 0,63% circa.
Roma «è una discarica», «una città di cui vergognarsi». Questo il lapidario tweet di Alessandro Gassmann con tanto di foto di un cestino nel centro di Roma colmo di spazzatura. Dopo una passeggiata, l'attore scrive: «Ci vuole ancora quanto per capire che questi cestelli per i rifiuti nel centro di Roma NON sono adatti? Oggi ho camminato parecchio, la città è una discarica, come da ormai parecchi anni. Davvero uno schifo. Turisti disgustati, gabbiani sui tavoli e nei vicoli che mangiano resti. Fa schifo, non va bene. Quei secchi sono strapieni ed il ricambio è insufficiente». Per Ama risponde il presidente, Daniela Pace, che ricorda come «i cestini sono stati voluti e collocati dalla passata amministrazione capitolina»
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