Insultata, picchiata, vessata. Il suo cellulare distrutto, come i vestiti e le scarpe, che venivano tagliate per impedirle di uscire di casa. E ancora: il sonno insufficiente, che veniva continuamente disturbato soprattutto quando il giorno successivo avrebbe dovuto sostenere un esame all’università. Per tre anni, dal 2016 al 2019, la vita di una giovane donna sarebbe stata trasformata in un inferno. E ieri, con accuse che vanno dallo stalking ai maltrattamenti, dalle lesioni alla violenza sessuale, l’ex fidanzato di lei, Marco V., è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto 7 anni, ipotizzando anche il sequestro di persona, ma per questa contestazione è stata disposta l’assoluzione. «Ero intrappolata in una relazione tossica - ha raccontato la giovane - ora mi sento rinata. Avevo paura, anche perché lui viene da una famiglia con molte disponibilità». Il padre è un ex dirigente di Palazzo Chigi.
LE IMPUTAZIONI
Gli inquirenti hanno ricostruito una lunga serie di maltrattamenti e «vessazioni fisiche e psicologiche mortificanti», si legge nel capo di imputazione.
LA DIFESA
La versione ricostruita dalla difesa è molto diversa: i legali dell’imputato sostengono che non siano stati presi in considerazione diversi elementi emersi dal dibattimento. L’avvocato Elisabetta Busuito, che insieme alla collega Beissan Al Qaryouti assiste l’imputato, ha dichiarato: «Attendiamo il deposito delle motivazioni per predisporre l’appello. Fin dalla prima fase delle indagini la Procura ha recepito in modo acritico il racconto della persona offesa. Nella requisitoria non c’è stato nessun serio confronto con tutti gli elementi di prova emersi nel dibattimento. Abbiamo depositato diversi messaggi scambiati tra i due e un verbale di polizia in cui si parlava di una lite tra fidanzati, escludendo atteggiamenti violenti». Esprime invece soddisfazione per la sentenza, la responsabile dell’associazione “Ricomincio da me”, Camilla Annibaldi, che insieme all’avvocato Luana Sciamanna assiste la giovane: «Il plauso più grande va alla vittima che, con l’aiuto del centro antiviolenza “Ricomincio da me”, gestito da Girotondo onlus e dell’avvocata Sciamanna, ha affrontato il percorso a testa alta. Si è chiuso un cerchio iniziato nell’aprile 2019, quando alle nostre porte bussò una ragazza spaventata e tumefatta. Oggi c’è una giovane donna che ha ripreso in mano la propria vita».
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