Streptococco, boom di contagi: un paziente su tre con sintomi influenzali affetto anche dal batterio. Mancano i farmaci

Nel Lazio cresce del 1000% la richiesta di tamponi per rintracciare la patologia

Streptococco, allarme a Roma: impennata di contagi, ma antibiotici introvabili
di Giampiero Valenza
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Maggio 2023, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 08:51

Sugli scaffali delle farmacie a fare da compagnia ai test rapidi Covid-19 ora ci sono anche quelli contro lo streptococco. E, in qualche farmacia sono già finiti. I nuovi contagi di questo batterio (che tocca soprattutto i bambini), stanno spingendo all’acquisto dei tamponi che sono importanti per diagnosticare un’eventuale contagio da streptococco beta-emolitico di tipo A. Boom di richieste, dunque. Ed emergono più casi che, di conseguenza, vanno trattati. Infatti, come spiega il presidente di Federfarma Roma, Andrea Cicconetti, «c’è una criticità sull’antibiotico che la cura, l’amoxicillina. La domanda è alta perché si ha una maggiore consapevolezza della presenza dello streptococco proprio grazie ai test - prosegue il presidente dei farmacisti romani - La situazione era già difficile da gennaio. Eppure a marzo sembrava si fosse normalizzata. Non sbaglio a dire che c’è stato un aumento di richieste di almeno il 1000% nel Lazio. Ovviamente, però, tutto questo non va paragonato con la fase dei test Covid durante la prima fase dell’emergenza della pandemia». 

Streptococco, in farmacia + 2.000% di tamponi: è boom anche di acquisto di antibiotici. Allarme scarlattina

POST-PANDEMIA

C’è una sorta di effetto indiretto della gestione dell’emergenza di Sars Cov-2 che può aver spinto (indirettamente) a renderci più vulnerabili. «Stiamo pagando un pochino lo scotto dovuto dalle lunghe misure di protezione delle vie aeree, importanti per contenere la pandemia Covid - dice Nicola Petrosillo, responsabile del servizio di controllo delle infezioni e delle consulenze infettivologiche del Campus Bio-Medico di Roma e componente della Simit, la Società italiana delle malattie infettive e tropicali - In pratica, il sistema immunitario è un po’ come se non si fosse allenato abbastanza».

Tra il 5 e il 7 per cento delle persone è portatore sano: in pratica, lo ha (nel naso, nella bocca) non dà sintomi e può essere trasmesso in pazienti che, invece, potrebbero ammalarsene. Lo streptococco, però, non è un nuovo batterio.

Se ne conosce bene il comportamento e fortuna vuole che non abbia appreso un meccanismo di resistenza contro il farmaco usato: l’antibiotico amoxicillina. Come detto, l’infezione tocca più i bambini. Mara Pisani è la responsabile di alta specializzazione in Emergenze infettivologiche della pediatria generale del Bambino Gesù. «Sicuramente questo è un periodo in cui l’incidenza dello streptococco c’è: ha due picchi, uno in inverno, l’altro in primavera - spiega l’esperta - Possiamo stare tranquilli perchè il batterio non è cambiato. Non sono stati isolati ceppi più aggressivi e non ha dimostrato resistenza alle cure. Per identificarlo non basta solo l’esame clinico, serve il tampone. Le cure? L’amoxicillina per 10 giorni. Ma allo studio c’è anche una terapia corta a sei giorni». E se l’amoxicillina non c’è? «Ci muoviamo con le cefalosporine di seconda e terza generazione per cinque giorni oppure con l’azitromicina ma questa non è potente perché c’è un po’ di resistenza - aggiunge la dottoressa Pisani - E non prescriviamo il farmaco con acido clavulanico associato all’amoxicillina».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA