Rolls-Royce, Ferrari e contanti. Maxi sequestro a un evasore fiscale dal 1999. I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro emesso, ai sensi dell'art. 20 del Codice Antimafia, dalla Corte di Appello capitolina su richiesta congiunta delle procure di Roma e Tivoli nei confronti di un imprenditore, Antonio Miano. Oggetto del sequestro, un patrimonio di milioni di euro nella disponibilità di Miano, nei cui confronti le Procure hanno richiesto l'applicazione di una misura di prevenzione personale di confisca dei beni ai sensi del Codice Antimafia. L'imprenditore risulta gravato da numerosi procedimenti, dal 1993 ad oggi, in parte definiti e in parte in corso, per associazione per delinquere finalizzata al compimento di truffe; associazione per delinquere finalizzata a reati di truffa e riciclaggio; plurime bancatotte fraudolente in varie parti d'Italia; turbativa d'asta; plurime truffe (in un caso contestata all'estero); appropriazioni indebite e falso in bilancio; autoriciclaggio, delitti tributari.
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Dai procedimenti in corso, emergono allo stato consistenti illeciti profitti.
Il sequestro è stato emesso al termine delle indagini economico-patrimoniali eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma della Guardia di Finanza che hanno consentito accertare, allo stato, l'origine illecita dei beni e la sproporzione tra beni posseduti dall'imprenditore, direttamente o tramite terzi soggetti, rispetto ai redditi dichiarati dal proprio nucleo familiare. Tutti i beni sequestrati sono oggi gestiti dall'amministratore giudiziario.
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