Congedo per il ciclo, la protesta delle scuole di Roma. La richiesta: «Due giorni di assegna giustificata per mestruazioni»

La mobilitazione degli studenti dopo la decisione di un istituto di Ravenna

Congedo per il ciclo, la protesta delle scuole. La richiesta: «Due giorni di assegna giustificata per mestruazioni»
di Raffaella Troili
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Martedì 10 Gennaio 2023, 07:11

«Il ciclo non è un lusso». Rientro a scuola con protesta incorporata, quello di ieri. Con molti studenti della capitale che si sono riuniti prima del suono della campanella, davanti agli istituti superiori per chiedere il congedo mestruale in ogni scuola per tutte quelle persone che soffrono di patologie legate al ciclo, come la dismenorrea. Sit-in, cori e striscioni si sono visti in oltre una ventina di istituti, dal Cavour, all'Albertelli, al Plinio, al Machiavelli, al Dante, al Colombo, al Croce, al Rousseau, al Plauto, a Nomentano, al Pascal, al Picasso, all'Ipsia, al Copernico, al Foscolo, al Joyce, al Guglielmetti, al Galilei, al Marconi, al Vian, al Paciolo, al Rufini e al Buratti. Obiettivo: far sì che le studentesse abbiano la possibilità di usufruire di due giorni di congedo al mese in caso di mestruazioni particolarmente dolorose.

«È di poche settimane fa la notizia della scuola di Ravenna che ha approvato la giustifica dei giorni di assenza causa dolori mestruali. Una proposta che guarda ad una scuola più inclusiva e che si unisce alla battaglia sull'approvazione della carriera alias negli istituti. La scuola deve essere presidio di inclusività e il congedo mestruale non è solo una concessione giusta per persone con mestruazioni che soffrono ogni mese, ma è anche una battaglia contro il taboo del ciclo», il messaggio veicolato dalla Rete degli Studenti Medi del Lazio, che ha lanciato l'iniziativa davanti alle scuole e che aggiunge: «Chiediamo che sia approvato in ogni scuola della Regione».
Mentre il candidato alla presidenza della Regione Lazio Alessio D'Amato si è detto favorevole alla proposta, anche Eleonora Mattia, presidente IX Commissione scuola, politiche giovanili, pari opportunità del consiglio regionale del Lazio, si è espressa: «Sono al fianco delle studentesse e degli studenti del Lazio, che si sono riuniti per chiedere coraggio e concretezza sul congedo mestruale in ogni istituto per chi soffre di patologie legate al ciclo.

Si tratta di una giustifica per l'assenza nei giorni del ciclo riservata a chi soffre di patologie come la dismenorrea o l'endometriosi. Sono al loro fianco - così come sul tema della carriera alias - ma soprattutto all'ascolto di un'idea di scuola inclusiva, paritaria e orientata al futuro che emerge dalle studentesse e dagli studenti e che le istituzioni non possono non accogliere».

LE RICHIESTE

In pratica gli studenti sulla scorta di quanto ottenuto a Ravenna chiedono due giorni di assenze da non considerare nel conteggio che serve a far sì che l'anno scolastico sia valido. Come fanno già alcune scuole per chi partecipa agli scioperi nazionali legati a temi come il clima o i Fridays for Future. «L'iniziativa sul congedo mestruale iniziata e vinta dal liceo artistico Nervi Severini di Ravenna è per noi fondamentale - spiegano dalla Rete degli studenti medi - . Più di venti scuole nella Regione hanno risposto a questo appello e molte altre le seguiranno. Avere il ciclo non è una scelta, men che meno avere disturbi legati a questo. Non possiamo più permettere che le ragazze vengano penalizzate a scuola».

Una protesta massiccia con striscioni eloquenti: Congedo mestruale in ogni scuola e le mestruazioni non sono una scelta, giustificare le assenze sì!. Tenuti in mano da studentesse e studenti, indistintamente.

I prossimi appuntamenti sono già fissati. A cominciare da una serie di incontri con le componenti scolastiche, famiglie, docenti, personale e presidi inclusi. A tutti loro gli studenti e le studentesse sottoporranno una sorta di normativa che dovrà essere approvata dal consiglio d'istituto, al quale spetta l'ultima parola. «Il regolamento prevede che le studentesse richiedenti possano depositare un unico certificato medico all'inizio dell'anno che attesti disturbi legati al ciclo - spiegano dalla Rete - . Così facendo avranno a disposizione due assenze al mese che non concorreranno al calcolo complessivo, in modo tale da non rischiare provvedimenti disciplinari semplicemente perché soffrono.

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