C’è il Ponte di Ognissanti, sospesa l’occupazione alla Sapienza. I collettivi di sinistra hanno deciso di interrompere la mobilitazione per darsi di nuovo appuntamento al 4 novembre per decidere con quali forme di mobilitazione continuare la protesta. L’occupazione, con il blocco delle lezioni nelle aule della facoltà di Scienze Politiche, era scattata dopo che martedì alcuni attivisti erano stati respinti dalla polizia mentre tentavano di raggiungere il convegno promosso da Azione Universitaria con ospiti Daniele Capezzone e Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e di issare uno striscione sulla cancellata. In quell’occasione venne attaccata anche la rettrice Antonella Polimeni, «colpevole» di avere aperto l’Università ai politici. Sono rispuntati i manganelli e in un attimo è salita la tensione.
GLI SCONTRI
Uno dei giovani che aveva preso parte all’azione di «resistenza» era stato inizialmente immobilizzato dagli agenti e si era diffusa la voce che potesse essere stato anche fermato.
«Nessuna vacanza - spiega Thomas Clist, di Link Sapienza - il segnale forte contro l’ingresso della polizia in università è stato dato. Qualsiasi ulteriore step verrà condiviso con tutti gli studenti, coinvolgendo anche i dottorandi e gli assegnisti anche loro in assemblea il 4. L’idea è quella di stilare quantomeno un manifesto insieme anche con i docenti. Il nostro impegno sarà perché siano dati adeguati stanziamenti e non si inauguri una nuova stagione di tagli per le università, le questioni sul piatto sono molte e riguardano una diversa visione dello studio e del mondo universitario». Ieri pomeriggio gli ingressi di Scienze Politiche erano regolarmente chiusi, le aule e i corridoi vuoti, il cortile pulito. Appeso sulla facciata uno striscione per chiedere «verità e giustizia per Giulio Regeni» e un manifesto della “Sapienza antifascista” lasciato attaccato a una colonna: «Vostro il Governo, nostra la rabbia», recita. I collettivi, dopo avere lasciato l’Ateneo, si sono poi spostati per dare vita a un presidio in piazza Madonna di Loreto, ai piedi del Vittoriano. «Molti studenti sono fuori sere - aggiunge Thomas - l’occupazione ha raggiunto i suoi obiettivi. Rimarremo in mobilitazione permanente e qualsiasi ulteriore passo nascerà da una decisione condivisa».
I TIMORI
Intelligence e squadre informative da tempo stanno raccogliendo segnali che annunciano un possibile autunno caldo sul fronte dell’inasprimento della contesa tra opposte fazioni politiche a Roma, sede del nuovo governo Meloni. Il rischio di disordini o azioni estemporanee sale e l’attenzione è alta rispetto a movimenti extra parlamentari, finanche alla galassia anarco-insurrezionalista pronta prendere ulteriore quota. L’ingresso della polizia martedì scorso nell’Ateneo ha rievocato scene che rimandano agli Anni di Piombo. Il sindaco Roberto Gualtieri proprio rispondendo a una domanda sui timori di un «autunno caldo» nelle università di Roma, ieri ha affermato «speriamo di no».