Roma, a San Lorenzo in Lucina la beffa del restyling: bar e locali danneggiati

Roma, a San Lorenzo in Lucina la beffa del restyling: bar e locali danneggiati
di Fabio Rossi
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Lunedì 10 Maggio 2021, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 06:03

Il restyling è atteso da anni, per restituire lustro a una delle piazze più belle del centro storico, alle prese con una pavimentazione sempre più precaria. Tanto che l'associazione che riunisce commercianti e residenti di San Lorenzo in Lucina, nel 2018, era arrivata anche a raccogliere 320 mila euro, da sponsor privati, per venire incontro alla mancanza di risorse adeguate di Campidoglio e Municipio I.

Ora, dopo anni di rinvii e progetti inceppati, i lavori sono pronti a iniziare: la prima fase, fino alla fine del mese, riguarderà una vasta area della piazza e via del Leoncino, per poi andare avanti con altri interventi fino all'autunno inoltrato. Ma i ritardi nell'avvio del progetto, questa volta, creano forti polemiche, a partire dai pubblici esercizi: «Dopo 15 mesi di paralisi per le nostre attività, ora che possiamo ricominciare a lavorare almeno all'aperto di fatto ce lo impediscono - sottolinea Giuseppe Ciampini, titolare dello storico bar in piazza - I cantieri dureranno 6-8 mesi, con polvere, rumori e passaggi di mezzi pesanti.

Tra il nostro locale e Vitti, per esempio, dovremo rimuovere circa il 60 per cento dei tavolini all'aperto».


L'ITER
Da anni gli abitanti segnalano le condizioni di degrado di piazza San Lorenzo in Lucina, cuore del Tridente, crocevia di politici, scrittori, architetti e avvocati tra Montecitorio e piazza di Spagna, sede di Caffè simbolo della città che convivono con boutique da shopping di lusso, il comando provinciale dei carabinieri e una delle chiese più belle di Roma. In mancanza di interventi pubblici, nel 2018 l'Associazione piazza San Lorenzo in Lucina raccolgono 320 mila euro per avviare il restyling. Ma a fermarli è la burocrazia: il regolamento sponsorizzazioni in vigore, gli viene spiegato dal Municipio, considerava i finanziamenti private possibili solo per sistemare le facciate dei palazzi. Il piano di intervento prevede, per la sola durata dei lavori, l'esposizione di due pannelli ai margini della piazza con l'indicazione dello sponsor. Ma le norme non lo consentono. Serve un intervento sulle procedure, che è materia di competenza del Campidoglio. Il confronto con i cittadini della zona passa quindi dal Municipio al Comune, ma senza esiti positivi.

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IL PIANO
Naufragata l'ipotesi di intervenire con fondi privati, a inizio del 2020 il Municipio I chiede i finanziamenti necessari per agire in proprio: un prestito di circa 1,2 milioni di euro, attivato tramite la Ragioneria del Campidoglio, che ha permesso di avviare le procedure per l'assegnazione della gara d'appalto. A giugno si vedono i primi operai, incaricati di eseguire alcuni saggi sulla pavimentazione e il sottofondo, necessari per completare il progetto esecutivo della sistemazione dell'area. La gara, spiegavano dal Municipio, si sarebbe dovuta svolgere il mese successivo, per avviare i cantieri alla fine della scorsa estate. «E invece, dopo aver sprecato oltre un anno che sarebbe stato perfetto per rifare la piazza, con la città chiusa, il turismo sparito e i locali deserti, si inizia a lavorare adesso che potevamo iniziare a respirare - attacca Ciampini - Dopo il danno, insomma, ecco che arriva anche la beffa».

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