Roma, Vigili travestiti da turisti, la ricetta dell'assessore Lucarelli: «Così fermeremo i truffatori»

"Metteremo in campo alcune figure presenti nel corpo che parlano arabo, cinese e altre lingue e che agiranno in borghese fingendosi turisti con il compito di intercettare proprio questi fenomeni fraudolenti".

Roma, Vigili travestiti da turisti, la ricetta dell'assessore Lucarelli: «Così fermeremo i truffatori»
di Emiliano Bernardini
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Domenica 15 Gennaio 2023, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 08:44

«Metteremo in campo una task force di agenti della polizia locale, che fingendosi stranieri cercheranno di smascherare chi mette in atto le truffe ai danni degli stranieri».
L'Assessore alle Politiche della Sicurezza, Pari opportunità e Attività produttive di Roma Capitale Monica Lucarelli risponde così all'inchiesta de Il Messaggero, che ha evidenziato come molti esercenti del Centro applichino tariffe differenti a secondo che a bere un caffè sia uno straniero o un romano.
«Su questo tema, in questi giorni, mi sono confrontata con il capo della polizia locale di Roma Capitale, Ugo Angeloni, e abbiamo condiviso l'importanza in vista dell'avvicinarsi del Giubileo di fare uno sforzo importante per contrastare questo fenomeno. Metteremo in campo alcune figure presenti nel corpo che parlano arabo, cinese e altre lingue e che agiranno in borghese fingendosi turisti con il compito di intercettare proprio questi fenomeni fraudolenti».

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A Roma si registrano sempre più casi di truffe ai turisti da parte di bar e ristoranti lo stesso prodotto - un caffè, un panino o un piatto di pasta - viene venduto a prezzo diverso, se il cliente è italiano o straniere. Come è possibile che ci siano ancora casi simili?
«È una cosa molto grave.

Mi sono confrontata con le associazioni di categoria, che confermano che faranno il possibile per fare un'azione di attenzione nei confronti nei loro iscritti per sensibilizzarsi su questo argomento. Quello che posso dire è che a oggi non risultano denunce. E importante però sensibilizzare chiunque sia oggetto di soprusi del genere a chiamare la polizia locale e a sporgere denuncia anche per casi economicamente poco importanti».


Non crede che questi episodi finiscano solamente per allontanare i turisti da Roma? Come contrastare il danno d'immagine?
«Sì, questo tipo di episodi purtroppo aiutano solo ad alimentare gli stereotipi su Roma. Anche se sappiamo bene che accadono anche in altre importanti città d'Europa. Lo stereotipo dell'italiano che tende a truffare e ad approfittarsene rovina l'immagine dell'accoglienza e mina l'incredibile lavoro, che ogni giorno i nostri commercianti fanno proprio per dare l'immagine corretta del nostro Paese».


Contro i tavolini selvaggi avete messo in campo una task force: è possibile estendere i controlli anche per questo tipo di fenomeno?
«Abbiamo messo in campo una task foce non solo sulla questione dei tavolini selvaggi ma anche sull'abusivismo commerciale. Abbiamo effettuato 9mila controlli, dei quali 800 nel mese di gennaio. Proseguiremo su questa strada».


Ha in mente altre strategie? Per esempio non rischia la licenza questo tipo di abusi?
«Per arrivare alla sospensione o al ritiro delle licenza deve esserci un percorso amministrativo, non breve, e che deve partire da una denuncia oppure può scaturire dopo diversi controlli per lo stesso tipo di abuso. Rilevare certi tipi di abusi non è facile: l'agente deve verificare di persona la truffa. Sicuramente metteremo in atto delle campagne di comunicazione multilingua per allertare i turisti, senza però lanciare un messaggio allarmistico che andrebbe a ledere l'immagine della città ancora di più».


Come mai da anni si registrano casi simili senza che si riesca a fare nulla?
«Ripeto questo tipo di reato è il più difficile da evidenziare, soprattutto in mancanza di una denuncia. È più semplice nell'ambito dei controlli trovare abusi che riguardano merci contraffatti o irregolarità contributive dei dipendenti».

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