Roma, gang di coniugi strozzini prestava soldi al 900%, record di vittime: 58

Nella rete caduti anche un criminale e percettori del reddito di cittadinanza

Roma, gang di coniugi strozzini prestava soldi al 900%, record di vittime: 58
di Camilla Mozzetti
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Martedì 20 Dicembre 2022, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 18:17

«Ao tu devi pensà prima ai figli ma subito dopo devi pensà a Noi, prima ai figli e poi a Noi» perché altrimenti il noi gli avrebbe mandato qualcuno da Napoli a sistemare la questione e ci sarebbero stati problemi. La vittima, una delle tante di quella consorteria tutta italiana sgominata dai carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile, aveva chiesto un prestito poi un altro a nome della moglie, un terzo per la madre ed un quarto per la sorella di quest'ultima, dunque per la zia. Con tre figlie minorenni aveva avuto problemi a rientrare e loro se ne erano risentiti fino ad arrivare alle minacce. La vittima l'avrebbe dovuto capire in che giro era finita se non altro per il fatto che con la criminalità già si era sporcata le mani entrando a far parte della Banda dei Castelli - così era stata chiamata - dedita alle rapine e sgominata sempre dai militari dell'Arma nel maggio scorso. Sembra un paradosso: il criminale che diventa vittima di altri criminali ma da quest'uomo, criminale e vittima al contempo, è partita la vasta operazione che ha sgominato un giro di usura ed estorsione partito dai Castelli e arrivato anche a Santa Marinella e nella Capitale. A metterlo su un gruppo di persone unite tra loro anche da vincoli parentali che almeno dal 2012 - in base alle deposizioni rese da alcune vittime - hanno prestato denaro con tassi usurai variabili dal 120 al 940 per cento. In carcere sono finite quattro persone: Marco Bottiglieri e sua moglie Barbara Guidi che tenevano le fila dell'organizzazione e poi Gianna Brunetti e suo marito Daniele De Belardini che per il gruppo, come scrive il gip Emiliano Picca nell'ordinanza di custodia cautelare, ricoprivano il ruolo di «mediatori e riscossori, provvedendo materialmente alla contrattazione di nuovi finanziamenti e alla riscossione delle rate mensili dalle vittime» che effettuavano i pagamenti «sia in contanti o con ricariche di postepay». Poi altre quattro persone, accusate di aver aiutato il gruppo e di spaccio di sostanze stupefacenti (l'indagine ha portato ad aprire un'altra inchiesta) sono finite ai domiciliari. Tre i denunciati.


LE PARENTELE
Ben 58 le vittime accertate che si sono affidate alle due coppie e fidate di loro perché in più di un caso a spingerle a chiedere soldi in prestito sono state le conoscenze comuni o, di più, i vincoli di parentela: con cugini dei quattro arrestati che suggerivano ad amici e parenti il modo più facile per ottenere qualcosa. Nelle piccole realtà tutti conoscono tutti e in questo caso è capitato che a mettere in mano alla banda delle persone in difficoltà sia stata la parrucchiera di una delle due donne arrestate ieri dai carabinieri o il titolare di un'agenzia di viaggi. È dunque sulla fiducia che si reggevano gli affari del gruppo. Nella rete ci sono finite operatrici sanitarie, casalinghe, pensionate, percettori del reddito di cittadinanza, macellai, sarte e camiciaie anche a causa della pandemia che, come dimostrato nei mesi scorsi dalle associazioni di categoria di imprenditori e commercianti - in primis la Confcommercio - ha fatto ingrassare gli usurai. Le vittime erano persone in difficoltà che non riuscivano a ottenere crediti legali perché in passato a fronte di mutui o prestiti erano stati segnalati come cattivi pagatori.
Quindi la strada più semplice, spianata da amici, conoscenti e parenti che al suon di Marco e la moglie ti possono dà na mano, li ha fatti finire sul lastrico.

Atti di violenza non ne sono stati mai perpetrati ma le minacce quelle sì.


IL SISTEMA
Marco Bottiglieri dirà ad una vittima che non rientrava: «Io vengo a casa tua e ti sfascio tutto, ti ammazzo, vengo e ti squarto in due». Il gruppo millantava poi legami con consorterie criminali di ben altro spessore e tra gli arrestati - compresi quelli per l'inchiesta sullo spaccio - almeno uno ha alle spalle un'accusa per tentato omicidio. Per ogni prestito, il gruppo all'erogazione del denaro teneva cento euro poi per chi non riusciva a onorare le rate mensili si applicavano delle more variabili ma in larga parte quantificabili in 50 euro che andavano a fondo perduto. In questo modo si allungavano i tempi di rientro con l'aggiunta delle sanzioni. La titolare di un centro estetico a Tor De Cenci (poi chiuso) chiese un prestito da 6 mila euro firmando il «contrattino» e le cambiali. Il rientro? Ben 24 rate da 600 euro per un totale di 14.400 euro. Ancora: tra le vittime pure chi riceve il reddito di cittadinanza in quanto casalinga o disoccupato. Le somme dovuto venivano per lo più versate su carte prepagate e a fronte degli accertamenti patrimoniali, si legge ancora nell'ordinanza, «i coniugi Bottiglieri-Guidi hanno dichiarato redditi pari a 33.753,00 euro per l'anno 2011 e fino al 2020» mentre le postpay «utilizzate per l'attività illecita hanno registrato una movimentazione di denaro in entrata pari a 363.307,49 euro dal 2016 al 2021» mentre «la disponibilità economica in contanti accertata e presente nei rapporti finanziari è pari a 90.865,88 euro».

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