Roma, tifosi in ostaggio sui treni: salta la trasferta a Milano per la Lazio

Tre ore e quaranta bloccati su un binario affacciato sulla Salaria. Fermi dalle 9.10, subito dopo essere ripartiti da Roma Tiburtina.

Roma, tifosi in ostaggio sui treni: salta la trasferta a Milano per la Lazio
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Domenica 7 Maggio 2023, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 21:13

Una giornata di inferno per i tifosi laziali e milanisti a bordo del treno 9974 partito ieri da Roma Termini alle 9.05 e arrivato "svuotato" oltre le 16 alla stazione centrale di Milano. Già, perché centinaia di persone con maglie e bandiere di Lazio e Milan, che sarebbero dovute sbarcare alle 12.15 nel capoluogo lombardo per assistere poi al big match delle 15 a San Siro, avevano abbandonato il convoglio: non sarebbe mai arrivato in tempo, meglio far ritorno a casa a vedere l'incontro in tv sul divano, dopo una mattinata di stress esagerato.


ESASPERAZIONE E PANICO
Tre ore e quaranta bloccati su un binario affacciato sulla Salaria.

Fermi dalle 9.10, subito dopo essere ripartiti da Roma Tiburtina. Il primo intoppo legato a un altro Italo, partito alle 8.50 da Termini e fermo poco più avanti, a Capena, per un guasto. «Problema risolto - assicura alle 9.40 il macchinista di Italo 9974 , stiamo ripartendo». Neanche il tempo di dirlo che le luci si spengono, i cellulari attaccati alle spine non caricano, i bagni si chiudono. Dopo mezz'ora l'aria si fa pensante, le ventole non funzionano, non c'è ricambio. Neanche a farlo apposta, è scoppiata l'estate in questo sabato d'inizio maggio: 27 gradi, percepiti il doppio dentro un treno sotto il sole e completamente serrato. I passeggeri si alzano in piedi, i corridoi diventano file indiane, le passerelle un ricettacolo. Sono le 10.30, c'è una sola hostess, prende tutta la scorta di bottiglie d'acqua, dispensa gli snack, c'è un buffet allestito alla carrozza quattro. Il macchinista ha abbandonato la sua postazione, fa avanti e indietro per aprire con la chiave le toilette: non funziona la corrente, gli scarichi, i wc strabordano col passare delle ore e dell'utilizzo. Ci sono anche tanti anziani, donne in crisi col ventaglio. Vengono aperti inizialmente solo due portelli, l'hostess fa la guardia insieme a tal Francesco, aggregato dal macchinista dopo aver udito: «Faccio parte del settore ferroviario». Si aspettano i carabinieri e la protezione civile, ma alle 11.30 non c'è ancora nessuno. Ci sono invece ultrà furiosi, ma anche persone normalissime che alzano i toni perché dopo oltre due ore non si sa quando e come si ripartirà o se si tornerà indietro: «Il treno dietro di noi ha spezzato i cavi della tensione della linea. Aspettiamo Ferrovie dello Stato che ci dia le indicazioni su cosa fare», spiega il macchinista zuppo di sudore nei vestiti e nel viso. Poi apre tutte le porte, fa l'annuncio col megafono. Centinaia di passeggeri si riversano sulle rotaie, qualcuno addirittura si avventura a piedi verso una rete che dà sulla Salaria per provare a uscire dal tormento. Stefano, 71 anni, sviene per terra dentro il vagone 3 e un medico si catapulta a soccorrerlo. C'è bisogno di un'ambulanza, ma nessuno - per motivi di sicurezza - può raggiungere il treno. Allora alle 12.40 finalmente si riaccendono le luci, chi è rimasto risale a bordo, ma il macchinista deve aspettare ancora perché c'è qualcuno sul binario. Si riparte alle 12.55: «Italo rimborserà il biglietto al 100%, anche a chi proseguirà sino a Milano. Chi vuole, può scendere alla stazione di Monterotondo». Metà convoglio si svuota alle 13.10, senza sapere cosa succederà dopo. Tutto il sistema ferroviario è paralizzato, non ci sono taxi, non si può far ritorno a Roma, l'incubo è infinito. Chi chiama famigliari, chi strappa un passaggio, chi riversa al suolo. L'odissea prosegue nello spazio aperto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA