Roma, spaccio dai domiciliari: affari d'oro per i pusher. Due arrestati su tre gestiscono il business da casa

Tra gli ultimi casi quello di un ragazzo che aveva più di 22mila euro in cassaforte

Spaccio dai domiciliari, affari d'oro per i pusher: due arrestati su tre gestiscono il business da casa
di Camilla Mozzetti
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Sabato 18 Febbraio 2023, 22:31

I soldi li aveva nascosti, senza neanche troppa fantasia, nella cassaforte: ben 22.500 euro in contanti, di diverso taglio e, proprio per questo, proventi di quello spaccio che pure gestiva tranquillo dai domiciliari. L’ultimo episodio risale a meno di 48 ore fa, ma è sempre più facile imbattersi in chi, arrestato da poco o costretto a scontare una condanna “da casa”, porta lo stesso avanti gli affari. Le cronache lo insegnano e, complice anche l’elevato numero di persone che si trovano ai domiciliari e i controlli che in base al numero delle forze dell’ordine non possono essere quotidiani, chi si è “svezzato” ed è poi cresciuto con lo spaccio, continua con il mestiere pure se è stato da poco colto in flagranza o si trova a scontare una condanna. Nel Lazio ci sono 912 persone tra uomini e donne che, alla data del 15 gennaio 2023, si trovavano ai domiciliari, in base agli ultimi dati disponibili del dipartimento di Giustizia minorile e di comunità. E se è pur vero che non tutti sono accusati di detenzione ai fini di spaccio, stando ai controlli delle forze dell’ordine e ai risultati poi ottenuti, almeno due “pusher” su tre continuano a vendere droga da casa pur essendo stati raggiunti da un provvedimento cautelare alternativo al carcere. Motivo per cui anche i sindacati, a partire dalle Sappe chiedono «un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna».

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I CASI


Capita, infatti, anche con una certa costanza che qualcuno venga beccato a riprova di come il sistema dei domiciliari, anche in presenza del braccialetto elettronico, per una tipologia specifica di reato pare non sia sufficiente all’estinzione dello stesso. E allora torniamo ad Ardea dove tale Valerio Marras - classe 2001 - è stato trovato dai militari con oltre 110 grammi di hashish e qualche grammo di marijuana oltre ad una cospicua somma di denaro. Di più, il ragazzo che viveva con i genitori (entrambi denunciati), aveva anche intrapreso una convivenza con una coetanea moldava che è stata arrestata dai carabinieri. Il ragazzo stava scontando una pena a due anni con rito abbreviato sempre per spaccio e dopo l’ultimo arresto è stato nuovamente sottoposto ai domiciliari a seguito della direttissima. Stavolta gli è stato messo il braccialetto elettronico ma tanto lui spacciava da casa senza uscire. Un altro episodio analogo, stanato sempre dai carabinieri, risale al 10 febbraio scorso: un brasiliano del 1985, già arrestato il 24 gennaio a Testaccio perché trovato con 700 grammi di hashish e per questo ai domiciliari, ha continuano a spacciare. Durante un controllo è stato trovato con della droga in casa, un modesto appartamento in zona Aventino. Che spacciasse anche da lì lo si è ipotizzato considerata la quantità di hashish trovata: 106 grammi nascosti insieme al materiale per il confezionamento nel forno della cucina. Ancora: nel novembre scorso, i carabinieri della stazione Roma-La Storta, durante un controllo ad un italiano di 31 anni, Francesco Lo Verde, costretto ai domiciliari da dieci giorni per scontare una pena definitiva per spaccio, trovarono in casa 126 chili di marijuana. Il 31enne in quell’occasione fu poi trasferito in carcere ma cercò di giustificarsi dicendo che quella “maria” era «legale» e serviva per «aprire un’attività specializzata». I militari la scoprirono, nascosta in scatole e fusti di plastica, dentro ad un ripostiglio che il 31enne non voleva aprire. E pur provando a giustificarsi i seguenti - e immediati - controlli sulla “merce” evidenziarono come in molti contenitori, l’indice Thc (ovvero il delta-9-tetraidrocannabinolo) era superiore al livello consentito per ritenere quella marijuana legale. E non finisce qui: a dicembre scorso i carabinieri della stazione piazza Bologna trovarono un 19enne che nascondeva in casa 4,2 chili di hashish, suddivisi già in varie confezione, oltre a materiale vario per il taglio, la pesatura e il confezionamento delle dosi.

Anche in questo caso il ragazzo si trovava ai domiciliari ma per altra causa. Il tribunale confermò l’arresto e dispose anche in questo caso il trasferimento in carcere. 

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