Roma, nel processo per mafia cambiano 16 giudici in 15 udienze. La Camera Penale proclama uno sciopero

Una circostanza segnalata in una nota dalla Camera penale di Roma che sottolinea come la situazione abbia potuto "impattare sul processo"

Roma, nel processo per mafia cambiano 16 giudici in 15 udienze. La Camera Penale proclama uno sciopero
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 09:48

Un tribunale in composizione collegiale del palazzo di giustizia capitolino, chiamato a giudicare in un processo in cui si contesta l'associazione mafiosa, avrebbe cambiato 16 giudici in 15 udienze preservando solamente la figura del presidente della corte. Una circostanza segnalata in una nota dalla Camera penale di Roma che sottolinea come la situazione abbia potuto «impattare in maniera frontale - si legge in una nota della camera penale di Roma - sui canoni della oralità della immediatezza, impedendo al collegio di conoscere volta per volta gli snodi processuali antecedenti al suo insediamento e pregiudicando irreparabilmente la correttezza dell'iter di formazione del bagaglio conoscitivo a partire dal quale il giudice dovrebbe assumere la propria decisione e articolare la relativa motivazione».

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Il caso

E per questo, in vista della prossima udienza del processo, la stessa Camera penale, h indetto una giornata di astensione dalle udienze.  «Immaginiamo di essere sotto processo e che la decisione sulla innocenza o colpevolezza la prenda un giudice diverso da quello che ha seguito tutto il giudizio e in particolare l'esame dei testimoni», dichiara Vincenzo Comi, il presidente della Camera penale di Roma. «Non conosce nulla, arriva e decide.

Si può chiamare processo rispettoso dei diritti fondamentali delle persone? È una giustizia credibile? Possiamo veramente pensare che nel 2022 siamo ancora in queste condizioni? La gente dovrebbe chiedere il perchè al presidente del tribunale di Roma; dovrebbe chiedere come sia possibile che con una frequenza straordinaria all'ultima udienza di processi delicati (ma anche meno delicati) arrivi un giudice mai visto nel dibattimento e decida sulla responsabilità dell'imputato». Praticamente il nuovo arrivato al massimo potrà aver visto l'imputato in faccia prima di entrare nella camera di consiglio per la decisione. 

 «Tutto questo - continua Comi - nel tribunale più grande d'Europa. E naturalmente danneggiando non solo l'imputato ma anche le persone offese e la Procura. È pura ipocrisia e spregio per le regole poste a fondamento del processo penale. Nel caso in questione l'ennesimo cambio di giudice è avvenuta dopo le conclusioni del pubblico ministero e nel corso delle arringhe dei difensori. Di fronte a questo episodio - la goccia che ha fatto traboccare il vaso - l'associazione dei penalisti romani ha deliberato la forma più forte di protesta: astensione dalle udienze per il 2 novembre, in simbolica coincidenza con la data di celebrazione dell'udienza con invito a tutti i soci della Camera Penale a intervenire all'udienza per manifestare pubblicamente la propria solidarietà al collegio difensivo in quello che si è trasformato nel funerale del processo accusatorio». 

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