Roma, primi positivi a scuola: «Ma niente chiusure»

Roma, primi positivi a scuola: «Ma niente chiusure»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 14 Settembre 2021, 22:48 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 13:51

Riaprono le scuole e riecco i positivi in classe, da Acilia a Roma Est. Stavolta però non scatta il tutti a casa. Le Asl mettono in quarantena solo i contatti stretti dei contagiati. Negli asili nido, dove sono stati scoperti i primi episodi di infezione, sono stati isolati solo gli alunni della «bolla», il gruppetto di 5-6 bambini in cui viene frazionata una classe e di cui il positivo fa parte. E lo schema sarà replicato per gli studenti più grandi, dai 12 anni in su, contando sul fatto che in questa fascia d’età (12-18 anni) quasi il 50% dei ragazzi è vaccinato e un altro 16% ha ricevuto la prima dose.

I primi contagi in classe sono stati tracciati dall’Asl Roma 3 (ieri tre casi: alla scuola media Ulpio Traiano di Acilia e in due nidi di Ostia) e dalla Roma 2 (due diversi istituti dell’infanzia, quadrante Est, per cui è in corso l’indagine epidemiologica).

Oltre ai vaccini, l’altra arma in più rispetto all’anno scorso è il ricorso su larga scala ai test salivari. I camper dei distretti sanitari utilizzeranno questo tipo di esami, non invasivi come i tamponi nasali, sia in caso di cluster, sia per analisi a campione, random, nelle scuole “sentinella”, gli istituti scelti in ogni municipio per tenere d’occhio la circolazione del virus. La Pisana procederà con 34mila test al mese, 17mila da ripetere ogni 2 settimane. «Questa attività serve per intervenire in maniera preventiva, per evitare che si vada incontro a chiusure di interi plessi scolastici», spiega l’assessore alla Sanità di Zingaretti, Alessio D’Amato. Non sono test rapidi: i campioni vengono processati in laboratorio e il risultato del molecolare arriva in 24 ore. «Ma le operazioni sono molto semplici, non invasive - riprende l’assessore - Nel caso in cui ci fosse un positivo, verrebbe immediatamente isolato insieme ai suoi contatti più stretti».

Per ora l’operazione è affidata alle unità mobili delle Asl. Da ottobre si occuperanno dei test direttamente i genitori, a casa: riceveranno il kit col tampone salivare e lo riconsegneranno il giorno dopo, poi gli operatori sanitari lo porteranno in laboratorio per i referti. I medici stanno realizzando un tutorial per aiutare le famiglie a seguire la trafila, che comunque non sembra complicata.

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Le famiglie

Ieri sono stati realizzati i primi test in una scuola media di Mostacciano, la “Bachelet” di Via Beata Vergine del Carmelo, che fa parte dell’istituto comprensivo Guglielmo Pallavicini. Il 30% dei genitori non ha aderito all’iniziativa, che è su base volontaria. Ma all’Asl Roma 2 sono soddisfatti del primo giorno, una sorta di prova generale: «La partecipazione è in linea con le stime del commissario Figliuolo», racconta la dirigente Giuliana Cairella, responsabile dell’unità Promozione della salute. «Questi esami sono efficaci e molto facili da eseguire per i bambini. La risposta è stata buona, ci aspettavamo che non tutte le famiglie dessero il consenso». Il primo screening sarà completato entro il 27 settembre. Poi toccherà ai genitori col fai-da-te. «Le scuole rimarranno quelle selezionate dall’inizio - continua Cairella - Ma all’interno dello stesso istituto, cambieremo le classi, in modo da coprire tutti gli studenti a rotazione». L’obiettivo dell’intervento è chiaro: oltre a tracciare i singoli casi, è importante capire quanto circoli il virus negli istituti. Per adottare contromisure.

Le infezioni

I contagi nel Lazio continuano a calare. Ieri su 20mila test tra rapidi e molecolari, sono stati annotati nel bollettino 326 nuovi positivi, +55 in 24 ore ma 28 in meno rispetto a una settimana fa. Calano anche i ricoverati nei reparti Covid (448, 4 in meno in un giorno) e i posti letto occupati nelle terapie intensive (-2).

 

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