Roma, «fondi di Pnrr e Giubileo nel mirino dei clan». L'allarme dei magistrati

Il rischio che i clan si possano approfittare della situazione è concreto e il grido d'allarme arriva durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario nella Capitale

Roma, «fondi di Pnrr e Giubileo nel mirino dei clan». L'allarme dei magistrati
di Michela Allegri
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Domenica 29 Gennaio 2023, 08:16

La macchina burocratica che fatica a partire e a non incepparsi, e la diffusione capillare dei gruppi criminali, che ora potrebbero prendere di mira i fondi milionari previsti per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr e le risorse che arriveranno in vista del Giubileo. Il rischio che i clan si possano approfittare della situazione è concreto e il grido d'allarme arriva durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario nella Capitale. Il presidente della Corte d'appello, Giuseppe Meliadò, ha infatti sottolineato che «una macchina burocratica lenta e farraginosa è il principale terreno di coltura di tali pericoli». E che per evitarli occorre «un virtuoso equilibrio fra celerità, trasparenza nell'affidamento delle risorse ed effettività dei controlli, specie preventivi».

I DATI

D'altronde, dai dati diffusi emerge un aumento notevole «dei reati associativi e di criminalità organizzata». Anche i processi contro i clan sono in aumento: 32 sono a Roma e 45 nella regione.
Una conferma dei timori arriva anche dai dati sulle inchieste pendenti della Dda.

Il procuratore generale Salvatore Vitello ha infatti sottolineato che dall'attività della Direzione distrettuale antimafia emerge «che nel territorio metropolitano di Roma, nell'area limitrofa e nel basso Lazio, sono radicate numerose organizzazioni criminali», veri e proprio clan, «diversificati per quanto riguarda la struttura, i modelli operativi e l'origine della forza di intimidazione». Non sono solo i gruppi locali a preoccupare, ma anche le articolazioni delle mafie tradizionali. L'infiltrazione nel tessuto economico è concreta: dalle indagini è emerso un continuo investimento di capitali guadagnati in modo illegale e ripuliti, «con riciclaggio e reimpiego delle risorse illecitamente acquistate».

I SETTORI

I settori nei quali i clan continuano a fare affari vanno dai carburanti alle società finanziarie e immobiliari, dalla ristorazione alle sale gioco. Ma la criminalità organizzata è infiltrata anche nelle aree dell'abbigliamento, delle concessionarie di auto, del traffico dei rifiuti. Poi ci sono i settori più tradizionali: usura e narcotraffico. E adesso il rischio è che i gruppi criminali puntino ancora più in alto: agli appalti connessi al Pnrr e al Giubileo. Dall'1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 i nuovi procedimenti della Dda sono stati 343, per un totale di 2.083 indagati. Di questi, 98 procedimenti riguardano associazioni di stampo mafioso e reati aggravati dal metodo mafioso - gli indagati sono 467 -, mentre altri 104 procedimenti sono relativi ad associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti: gli indagati sono 849. Sono state emesse misure cautelari a carico di 421 persone, mentre altri 583 imputati sono finiti a processo.

A pesare, e a rendere ancora più «farraginosa» la macchina della giustizia, per usare le parole del presidente Meliadò, è anche la grave carenza di organico. Dalle relazioni presentate ieri emerge che tra gli uffici con maggiori problemi spiccano il Tribunale dei minori, con una carenza pari al 40 per cento - nonostante un aumento del carico di inchieste -, il Giudice di pace, dove la scopertura ha ormai superato il 70%, e la Corte d'appello, dove la percentuale raggiunge il 32,5%. La situazione del personale amministrativo viene definita «critica». L'avvocato Gaetano Scalise, presidente della Camera penale di Roma, nel suo intervento ha invece ricordato «gli ultimi», sottolineando i problemi delle carceri, che devono «assomigliare sempre di più a un luogo di recupero e non di degrado. Nel 2022, 84 detenuti sono stati sopraffatti dalle condizioni disumane dei luoghi di detenzione».

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