Roma, giro di usura ai Castelli: 7 arresti

Roma, giro di usura ai Castelli: 7 arresti
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Giovedì 9 Giugno 2016, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 18:09

«Ah Ah! ( risate )  Gli hai menato -  Hai sentito? -  Ma gli hai menato in diretta proprio? -  E n'hai sentito? Ah Ah ! (risate)». Sono una parte delle intercettazioni che hanno portato all'arresto di 7 persone coinvolte a  vario titolo per estorsione, usura, spaccio e rapina. Gli agenti del commissariato di Albano Laziale e i carabinieri della compagnia di Velletri hanno dato esecuzione, in Roma, Ariccia, Albano Laziale, Lanuvio e Genzano di Roma ad un provvedimento cautelare - emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri Gisberto Muscolo su richiesta della locale Procura diretta da Francesco Prete - nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, attività finanziaria abusiva e violazione degli obblighi della Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

LE PERQUISIZIONI Contestualmente sono state eseguite ulteriori 5 perquisizioni delegate in Marino, Castel Gandolfo e Cave a carico di altrettanti indagati. L’attività investigativa convenzionalmente denominata “Game over”, condotta dal dicembre 2015 al Marzo 2016 congiuntamente da carabinieri e polizia ed in particolare dai militari della Stazione di Ariccia e dell’aliquota operativa della compagnia di Velletri e dagli agenti della squadra anticrimine del commissariato di Albano Laziale e coordinata dai pm Taglialatela e Corinaldesi della Procura della Repubblica di Velletri, ha consentito di far emergere un collaudato giro di usura nel territorio dei Castelli Romani con base operativa tra i comuni di Ariccia e Albano Laziale.

LE INDAGINI Nel corso delle indagini, svolte con ausilio di attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali, sono state individuate molte vittime tra cui imprenditori, commercianti e privati cittadini, che venivano continuamente vessate mediante condotte intimidatorie ed estorsive per ottenere il pagamento delle rate concordate per la restituzione del debito. Il tasso usurario applicato variava tra il 120% e il 140% annuo. Tra le vittime ben 7, individuate dagli investigatori, hanno collaborato alle indagini confermando le responsabilità a carico degli arrestati. Contestato inoltre al principale indagato, un 48enne di Albano Laziale appartenente ad una nota famiglia del luogo per precedenti specifici, il reato di esercizio abusivo di attività finanziaria. Sono emerse altresì ripetute violazioni alla normativa sugli stupefacenti con vari sequestri di Cocaina, Hashish e Marijuana.

I REATI Nel corso delle attività d’indagine erano già stati tratti in arresto in flagranza di reato sei persone per detenzione e spaccio di stupefacenti e tre soggetti su ordinanza custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Velletri ed eseguita a febbraio 2016 per rapina, estorsione, sequestro di persona e lesioni personali a carico di un agente immobiliare, vittima di un singolo episodio estorsivo. Dalle conversazioni intercettate è emerso chiaramente un sistematico ricorso alla forza intimidatrice, consistita in minacce, lesioni a seguito di violente aggressioni fisiche fino ad arrivare al sequestro di persona per costringere una vittima a corrispondere gli interessi del debito contratto.

LE INTERCETTAZIONI Per spiegare i metodi adottati dagli usurai sono eloquenti i passaggi di alcune conversazioni intercettate: “… portame i sordi vai a trovare i soldi!,...stasera te vengo a casa !!! movete valli a cercà e portameli perchè veramente ti strucino per terra fino a che non te consumo!”, tanto che una delle vittime al fine di onorare il debito è stata costretta a vendere un appartamento e la sua autovettura. Al fine di dare un idea, sul sistema adottato da tutti gli appartenenti al sodalizio, per scandagliare l’affidabilità di un potenziale cliente, l’incaricato era solito richiedere il deposito di garanzie (oggetti preziosi assegni privi di beneficiario e data, titoli cambiari) che sarebbero stati restituiti a debito onorato. Come emerso dalla conversazione intercettata tra uno degli arrestati ed una donna in difficoltà economica che aveva richiesto una somma di denaro: “vabbè intanto vi anticipo signo' io..io col socio mio chiedo una garanzia, na collana qualcosa de prezioso il tempo che lei risolve e poi glielo restituiamo”. Inoltre gli aguzzini erano soliti richiedere l’individuazione di un garante (preferibilmente di sesso maschile) a carico del quale si sarebbe proceduti ad una riscossione coatta in caso di mancato adempimento: “ allora sei io per ditte le faccio un esempio, se lei domani mattina me scappa io con chi me vado a vedè? Non ma posso prende con una donna, perchè e donne non si toccano! Ma caso mai posso parlà con tuo marito”.

Qualora l’usurato ritardasse i pagamenti si arrivava all’utilizzo di metodi violenti “io oggi te ri-massacro - oggi te sfonno oggi - allora appena attivo te rompo i denti subito subito - te rompo le costole.” I pestaggi alle vittime venivano commentati con scherno dagli esattori: “ Ah Ah! ( risate ) Gli hai menato - Hai sentito? - Ma gli hai menato in diretta proprio? - E n'hai sentito? Ah Ah ! (risate)”

 

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