Rifiuti, flop del porta a porta a Roma: cassonetti intelligenti per arginare l’emergenza

Da dicembre nei quartieri Trieste e Africano bidoni in grado di distinguere i materiali

Rifiuti, flop del porta a porta a Roma: cassonetti intelligenti per arginare l’emergenza
di Francesco Pacifico
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Lunedì 14 Novembre 2022, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 15:41

Piazzole, molto simili alle vecchie isole ecologiche, nelle zone centrali dove i titolari di bar, ristoranti e negozi conferiranno i loro rifiuti. Scarrabili, le grandi vasche dei camion, a cielo aperto al posto dei secchioni nelle periferie, dove le famiglie “producono” più spazzatura. Cassonetti intelligenti per la differenziata, quelli che grazie a un lettori ottici controllano l’esatta separazione dei materiali, tra i quartieri Trieste e Africano. Dal primo dicembre Ama cambia le modalità di raccolta dei rifiuti in città. E l’obiettivo è duplice: evitare che sacchetti e bidoncini restino abbandonati in strada, creando sporcizia e degrado, superare il modello del ritiro porta a porta, considerato, come ha spiegato anche il presidente di Ama Daniele Pace, troppo costoso (il 75 per cento in più rispetto alla raccolta canonica) e poco praticabile per esempio nelle strette viette del Centro. 
Dal Primo dicembre partono le prime sperimentazioni di un nuovo modello che entrerà a regime con l’approvazione del prossimo piano industriale, prevista a dicembre. In quest’ottica arrivano in settimana in giunta le linee guida al contratto di servizio, propedeutiche al piano stesso. In Centro, e seguendo quanto già realizzato a Borgo Pio, nasceranno piazzole presidiate dal personale dell’Ama, dove negozianti ed esercenti porteranno carta, cartone, vetro, organico e indifferenziato senza aspettare l’arrivo dei camioncini per il ritiro bidoncini delle Und (utenze non domestiche). Si parte con Monti e questa scelta fa intendere che le stesse modalità di raccolta saranno estese anche alle famiglie, visto che il porta a porta qui ha generato disagi tra i residenti.

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QUARTIERI POPOLOSI

Per i quartieri molto popolosi (come Tor Bella Monaca, Tor Vergata, Torre Maura o Ostia) dove è maggiore la produzione di indifferenziata, la municipalizzata si è ispirata a quanto avviene per in Spagna e in Portogallo: da dicembre, e davanti ai gradi complessi residenziali, saranno collocati al posto dei secchioni per il talquale (quelli esistenti non sono sufficienti) dei più capienti scarrabili, le vasche dei camion, che verranno svuotati ogni giorno e saranno presidiati per evitare che i cittadini possano gettare anche ingombranti come materassi, elettrodomestici o mobili. In queste zone saranno mantenuti solo i bidoni per la differenziata. Terzo pezzo in questa strategia l’arrivo dei primi cassonetti intelligenti: si parte con viale Libia, viale Eritrea e corso Trieste. All’inizio, per abituare i residenti alla novità, non sarà necessario un badge per aprirli. Questi recipienti consentono di ospitare più rifiuti, riducendo anche il numero dei giri degli addetti per svuotarli.
Le sperimentazioni dureranno tra i 60 e i 90 giorni, poi Ama inizierà a estendere questi tre nuovi servizi nel resto della città.

Sempre l’azienda ha deciso di rivedere la sua pianta dei giri di raccolta, di fatto mai stata aggiornata dal 2005. Al riguardo la presidente del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi, ha denunciato che alla municipalizzata sono sconosciuti molti locali e negozi del quartiere Prati, non sono serviti dal ritiro porta a porta. Da registrare poi che, per evitare di andare in crisi quando mancano gli sbocchi (Tmb e discariche) per i rifiuti, Ama sta studiando di creare delle aree di stoccaggio nei suoi stabilimenti di via Romagnoli, Ponte Malnome e Rocca Cencia per accatastare i materiali e così avere più tempo per organizzare i viaggi per i siti fuori regione o all’estero.

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