Reddito di cittadinanza a Roma, flop in Campidoglio: solo mille lavoratori utili

Reddito di cittadinanza a Roma, flop in Campidoglio: solo mille lavoratori utili
di Francesco Pacifico
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Lunedì 3 Agosto 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 17:18

Giardinieri, piccoli manutentori nelle scuole, bibliotecari e forse anche addetti alla cura dei soggetti più deboli. Il Comune è pronto a reclutare i percettori del reddito di cittadinanza per i cosiddetti Puc (Progetti utili alla collettività), per quelli che un tempo si chiamavano lavori socialmente utili. Ma anche questo progetto - come altri pezzi della misura bandiera dei Cinquestelle - potrebbe rivelarsi un flop: su 18mila beneficiari del benefit, visti i soldi a disposizione, soltanto un migliaio potrà essere chiamato.
Anche per Virginia Raggi il reddito è stato sempre un faro. A inizio della sua consiliatura aveva lanciato il reddito di cittadinanza comunale: 300 euro in più rispetto a 780 messi a disposizione del governo. Poi, viste le ristrettezze del bilancio capitolino, non se n'è fatto più nulla. Durante i giorni del Covid la sindaca aveva rilanciato il progetto. Di più, aveva anche annunciato via social che avrebbe chiesto «al governo che forme di sostegno come questo sussidio vengano estese a tutti i lavoratori, che hanno subito una significativa sospensione o limitazione delle loro attività». Con la crisi, le cose sono andate diversamente. E infatti ora la prima cittadina si dovrà accontentare di reclutare i percettori del benefit come lavoratori socialmente utili. Anche se - come detto - anche questo pezzo della misura bandiera dei Cinquestelle - rischia di fallire miseramente, rendendo ancora più pesante il bilancio per i contribuenti: il sussidio, dando scarsi frutti (solo il 2 per cento ha trovato lavoro), è costato alle casse statali quasi 4 miliardi di euro.

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RITARDI
Nella legge che ha istituito il sussidio che dà fino a 780 euro al mese per chi ha un reddito Isee sotto i 9.360 euro, è previsto che i percettori dedichino almeno 8 ore al mese per svolgere lavori socialmente utili su mandato dei Comuni. Per la cronaca, questa parte del reddito non è mai andata a regime e non soltanto per le difficoltà delle amministrazioni locali nell'organizzare queste attività. Il ministero del Lavoro, per esempio, ha reso noto soltanto lo scorso febbraio in una circolazione le modalità per attivare i Puc. Che, però, non sono di fatto mai partiti.
A Roma sono stati quasi 60mila i romani che hanno chiesto l'integrazione al reddito. In 37mila l'hanno ottenuta. Di questi, forse l'1 per cento ha trovato un lavoro. Più in generale, 18mila nel patto per il lavoro firmato ai centri per l'impiego si sono detti disponibili a dare una mano in attività a favore della propria comunità. Ma a Roma saranno chiamati in appena un migliaio, perché il Campidoglio ha fondi a disposizione molti limitati: 1,5 milioni di euro, che servono ad attivare l'assicurazione sul lavoro, comprare i guanti e tutto l'armamento necessario e garantire loro un mezzo di trasporto per tornare a casa.

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In queste settimane gli uffici del Dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale stanno vagliando le richieste - un'ottantina - arrivate dai Municipi per utilizzare i percettori del reddito. Come detto, viste le risorse, potranno essere autorizzati soltanto una settentina di progetti. I minisindaci sperano di poterli reclutare come operai per sistemare il verde pubblico (il Servizio Giardini del Comune necessità di almeno 300 dipendenti in più), come piccoli manutentori nelle scuole, bibliotecari e forse anche come operatori impegnati nella cura dei soggetti più deboli come anziani e disabili. Per quest'ultima attività è quasi impossibile che arrivi l'autorizzazione dal Comune, per gli altri si dovrà aspettare il mese di ottobre. Anche se ci sono altre due incognite a rendere l'esito del progetto ancora più incerto: stando agli ultimi Dpcm la metà del personale pubblico deve restare in smart working per evitare il rischio di contagiarsi, quindi è peregrino aspettarsi condizioni diverse per i beneficiari del reddito. In secondo luogo Roma Capitale avrebbe già chiesto all'Anpal, l'agenzia nazionale per il lavoro, la lista completa di tutti i percettori. E al momento non ha ancora avuto risposta. Visti i problemi di Anpal, in Campidiglio c'è chi teme che i nominativi non arrivino in tempo, cioè per ottobre.
 

 

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