Caro pedaggi A24 e A25, dai cento sindaci di Lazio e Abruzzo un appello al ministro Salvini: «Aiutare i pendolari»

Caro pedaggi A24 e A25, dai cento sindaci di Lazio e Abruzzo un appello al ministro Salvini: «Aiutare i pendolari»
di Antonio Scattoni
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Giovedì 10 Novembre 2022, 10:30

Torna la protesta per il caro pedaggi sull'autostrada Roma - L' Aquila e Roma - Pescara. I cento sindaci del  Lazio e dell' Abruzzo chiedono di nuovo di ridurre  le tariffe autostradali  e aprire un tavolo istituzionale con i Comuni e gli altri enti interessati. Auspicato anche un  incontro al nuovo ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Tornano a farsi sentire i cento sindaci  impegnati ormai da quattro anni contro il caro pedaggi e la sicurezza dell’A24 e A25.

Si tratta dei  due tronchi autostradali che collegano la Capitale con il comprensorio della Valle dell’Aniene e i Comuni abruzzesi. Un territorio molto vasto  che  interessa  diversi centri e migliaia di pendolari e cittadini, si parte dalla città di Tivoli, Castel Madama, Pisoniano, Vicovaro, Subiaco e tutto il comprensorio dell’alta Valle dell’Aniene a nord della Capitale, per arrivare nelle città abruzzesi fino all’Aquila e a Pescara. Ma il caro pedaggio e la sicurezza interessano anche migliaia di cittadini romani che transitano su queste due autostrade per raggiungere le abitazioni di vacanza al mare o in montagna in terra abruzzese.  

Queste due arterie autostradali sono ora gestite dall’Anas, in seguito alla decisione del governo Draghi. Il concessionario Strada dei Parchi ha tuttavia fatto ricorso alla giustizia amministrativa. I cento sindaci chiedono un incontro al ministro Salvini. Tema della richiesta “Sicurezza e pedaggi A24 e A25”.

I sindaci chiedono una riduzione dei pedaggi saliti del 187% dal 2003 al 2017 e grazie alla loro protesta è stato bloccato l’ultimo aumento  del 2018: "Si  tratta di un salasso oramai insostenibile per le tasche dei cittadini –  denunciano i 100 municipi - ed incompatibile con il fragile  tessuto  sociale  e  produttivo  delle  zone più interne e  periferiche  di  questa  parte dell’Italia centrale.

Un territorio  da sempre, in lotta contro lo spopolamento, l’impoverimento e l’arretramento della competitività delle imprese".

Per gli amministratori pubblici il problema non è stato ancora risolta e la sicurezza delle autostrade non è pienamente garantita.  Il  comitato boccia subito un eventuale rincaro per il 2023: "Il recente  ritorno ad Anas  della gestione  delle  arterie autostradali A24 e A25- spiega Velia  Nazzaro sindaca di Carsoli e coordinatrice del comitato -  ha determinato  il venir  meno di quella  convenzione che  è sempre stata additata come la causa degli ingiustificati ed esorbitanti aumenti tariffari. Circostanza quest’ultima che ci spinge a chiedere la dovuta e giusta diminuzione delle tariffe".

I sindaci chiederanno al Ministro anche l’esenzione del pedaggio per i pendolari di Lazio e Abruzzo. I cento sindaci durante le proteste ai caselli autostradali, al Ministero delle Infrastrutture e al Senato avevano chiesto l’aiuto dei parlamentari locali e regionali  e tra i tanti aveva aderito anche il deputato sublacense Francesco Lollobrigida di Fdl, oggi ministro dell’Agricoltura. L’allora capo gruppo di Fdl aveva puntato il dito contro una politica che non favoriva le zone disagiate montane come la Valle dell’Aniene e come capo gruppo  aveva presentato alla Camera un ordine del giorno per l'esenzione del pagamento del pedaggio autostradale per i pendolari di Lazio e Abruzzo.

"Aspettiamo la convocazione del ministro  Matteo Salvini - dice Velia Nazzaro - ma siamo pronti a tornare a protestare sotto i palazzi romani e ai caselli autostradali se le nostre richieste non verranno prese in considerazione". 

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