Pamela Prati, arriva in aula il processo Mark Caltagirone: imputate le due agenti della showgirl

Hanno usato le immagini di un bambino e di un imprenditore per fini pubblicitari

Pamela Prati, arriva in aula il processo Mark Caltagirone: imputate le due agenti della showgirl
di Valeria Di Corrado
4 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Febbraio 2023, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 09:31

La farsa sull’esistenza di Mark Caltagirone, il presunto promesso sposo di Pamela Prati, è sfociata in un vero processo. Ieri, al Tribunale monocratico, c’è stata la prima udienza che vede imputate per sostituzione di persona Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, entrambe ex manager della showgirl del “Bagaglino”, accusate di essere le autrici di una macchinazione creata a tavolino per scopi pubblicitari.
«In concorso tra loro, al fine di avvalorare la falsa notizia di un matrimonio imminente tra la nota soubrette Pamela Prati e un fantomatico Mark Caltagirone - si legge nel capo di imputazione - e, di conseguenza, di promuovere, quali agenti della Prati la sua partecipazione a spettacoli e trasmissioni televisive e la sua presenza su giornali e rotocalchi, sostituivano a più riprese la persona di Marco Di Carlo a quella di Mark Caltagirone, personaggio di fantasia appositamente creato, utilizzando ripetutamente per rappresentare le sembianze di Caltagirone, immagini di Di Carlo». Ma c’è di più. Per rendere ancora più credibile questa farsa, le due agenti hanno utilizzato anche l’immagine di un bambino, a insaputa dei suoi veri genitori. Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo, secondo l’accusa della Procura capitolina, «sostituivano a più riprese la persona del minore Simone N. a quella di un ipotetico figlio del fantomatico Mark Caltagirone a nome Sebastian, utilizzando ripetutamente, per rappresentare le sembianze di Sebastian, immagini e video del piccolo Simone». 

Gf Vip, eliminata nella sedicesima puntata Pamela Prati: in studio il bacio con Marco Bellavia

L’avvocatessa di Perricciolo ha presentato una richiesta di messa alla prova per la sue assistita.

L’imputata è pronta a prestare servizio presso la Croce Verde di Fermo, ma il pm si è opposto e il giudice si è riservato sulla decisione, che non arriverà prima di settembre, quando è prevista la prossima udienza. 

«IO FATTO PASSARE PER MARK»

Mario Di Carlo, 49enne milanese, è l’uomo a cui è stato attribuito il volto dell’inesistente Mark. Nella sua vita reale è titolare di “M Group srl”, società di media marketing e management attiva nel mondo dello spettacolo. Il 30 maggio 2019 Di Carlo ha presentato una denuncia: cinque giorni prima era stato contattato da Umberto Brindani, direttore di “Oggi”, e da Cristina Nutrizio, autrice del programma “Live” di Barbara D’Urso. «Mi comunicavano di avere in mano la fotografia mostrata nella trasmissione “Verissimo” (andata in onda l’11 maggio 2019) dalla signora Pamela Prati alla conduttrice del programma. Silvia Toffanin, dove il soggetto spacciato per tale Mark Caltagirone, ero io, ritratto in auto con mia figlia più piccola in un selfie che avevo fatto e postato per la festa del papà». 

«Preciso che avevo conosciuto anni addietro la signora Prati, ma non l’avevo mai frequentata», ha spiegato l’imprenditore milanese vittima di questa messa in scena. «Il tutto è avvenuto scientemente per dare un volto al presunto promesso marito della signora Prati. A fronte del guadagno e della visibilità mediatica ricevuta dalle due agenti, vi è il danno che ho subito: leso nella mia privacy ed esposto ai media al culmine finale della triste vicenda, come il fantomatico Mark Caltagirone».

«NOSTRO FIGLIO SFRUTTATO»

Una seconda denuncia è stata presentata i primi di giugno del 2019 dai genitori di Simone, il bambino fatto passare per Sebastian, figlio dell’inesistente promesso sposo della soubrette. «Abbiamo scoperto che quello che credevamo fosse il copione di una fiction in realtà altro non fosse se non il materiale utilizzato per creare il finto bambino in affido nel caso della signora Pamela Prati e del suo fidanzato Mark Caltagirone». La mamma di Simone aveva conosciuto la Perricciolo e la Michelazzo nel 2012, come clienti del parrucchiere dove lei lavorava. «Mentre guardavo una puntata di un programma condotto dalla signora D’Urso, sentivo della vicenda della signora Prati e di questi due bambini affidati al suo fidanzato. Sorpresa per le correlazioni tra il copione dato da una delle agenti a mio figlio, chiedevo alla Perricciolo, tramite un messaggio Whatsapp, se mio figlio c’entrasse qualcosa con la vicenda Prati. Lei diceva di no». E invece suo figlio in questa sceneggiatura da teatro dell’assurdo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA