Occupazioni abusive a Roma, il maxi-conto per i romani è da «700 milioni in 10 anni»

Esposto del leghista Santori alla Corte dei conti: «Stima al ribasso»

Occupazioni abusive a Roma, maxi-conto per i romani da «700 milioni in 10 anni»
di Alessia Marani
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Giovedì 13 Aprile 2023, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 09:23

Più di settecento milioni di euro in dieci anni, almeno 72 milioni all'anno: è questo il costo delle occupazioni abusive che grava sulle tasche dei romani e sul quale il capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori, ha inviato un esposto alla Corte dei Conti chiedendo di accertare «se sia configurabile il danno erariale e ogni altro profilo di responsabilità amministrativo-contabile». Una stima «al ribasso», secondo il consigliere che riepiloga in un dossier, voce per voce, i soldi spesi per gli abusivi a Roma, a danno delle 13mila persone che attendono la regolare assegnazione di un alloggio popolare. Nel mirino la cosiddetta quota del 35% riservata a chi esce da una occupazione "storica" e le spese a fondo perduto per i 92 immobili ancora da liberare, escludendo i 22 milioni di euro da recuperare per le multe mai pagate dagli occupanti che si autodenunciano all'interno di un appartamento di edilizia pubblica e residenziale continuando ad abitarci indisturbati. «Non solo non vengono introitati soldi - spiega Santori - ma questa politica di favore per chi è fuorilegge potrebbe fomentare ulteriormente il fenomeno delle occupazioni abusive».
I DATI
Secondo i dati in possesso del consigliere su 350 alloggi assegnati negli ultimi 17 mesi, ben 210 sono andati ad ex occupanti abusivi. Stando alla mappa delle occupazioni fotografata nell'ultima riunione del 3 febbraio 2023 al Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica di Roma dei 92 immobili da liberare, 27 sono quelli con alta priorità, mentre le domande per la sanatoria indetta nel 2020 e presentate nel corso del 2021 sarebbero ben 2500 quelle pervenute al Comune e circa 8500 quelle in valutazione alla Regione. «E nessuno negli anni ha imposto ai nuovi occupanti di andarsene e quanti siano davvero non è stato registrato da nessuna istituzione», dice il consigliere. Per 40 immobili pubblici occupati, secondo i calcoli di Santori, si parla di mancati introiti per 270mila euro per ogni stabile residenziale e di 400mila per un palazzo con destinazione a uffici. Solo di utenze almeno 24mila euro al mese, danni stimati almeno 50mila euro a immobile. Quindici milioni di euro l'anno se ne vanno solo per l'emergenza abitativa. In tutto il conto per i romani si aggira sui 30 milioni di euro. Mentre il costo per i mancati introiti, le utenze, i danni e i mancati sgomberi si attesta sui 17.368.000. Non quantificabili i costi sociali. Altro capitolo i residence per l'assistenza alloggiativa temporanea (i Caat). Sommando le spese a carico del Comune per tutti i dieci immobili, emerge che il costo complessivo è di 25 milioni di euro ogni anno, una cifra che, nella maggior parte dei casi, va moltiplicata per 12, visto che quasi tutti i contratti sono 6+6. «I residence nel corso del tempo sono diminuiti ma la portata della spesa è sempre tuttora molto sostenuta», si legge ancora nell'esposto.
Un paragrafo a parte della denuncia riguarda la ex caserma di via del Porto Fluviale che verrà ristrutturata con 11 milioni di euro di fondi pubblici (Pnrr). «La delibera votata a maggioranza in Aula Giulio Cesare prevede che il Comune acquisisca gratuitamente l'ex caserma e dia il via libera al programma Porto Fluviale RecHouse: recupero partecipato del patrimonio artistico e sociale dell'immobile vincolato ed occupato. L'edificio denominato ex Direzione Magazzini del Commissariato è sede dal 2003 di un'occupazione abitativa da parte del Coordinamento cittadino Lotta per la Casa», si legge nell'esposto. Nel programma si fa riferimento ai 56 nuclei familiari e associazioni che lo popolano: «Si tratta di una comunità che, seppure portatrice di conflitti, ha sviluppato al suo interno interessanti forme di convivenza (...) La proposta è volta alla realizzazione di alloggi Erp da destinare agli attuali abitanti».
 

 

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