Roma, imprenditore romano si spoglia nel parco all'Appio: «C'erano famiglie e bambini». Va a processo

Roma, imprenditore romano si spoglia nel parco all'Appio: «C'erano famiglie e bambini». Va a processo
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 24 Dicembre 2020, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 06:14

L'Osceno si siede e si spoglia. Seduto su una panchina, in un parco pubblico, come se stesse in poltrona, solo, in casa. Nudo, alla fine, si guarda intorno, compiacendosi. Chi lo ha visto in azione lo ha ribattezzato L'Osceno del parco degli Acquedotti. Quarant'anni, romano, imprenditore, un precedente specifico. Non uno sbandato, ma un consumatore spasmodico di cocaina che, in preda alla droga, ha perso più volte i freni inibitori. L'ultima, nel giugno di due anni fa, proprio al parco regionale dell'Appia Antica. Un'esibizione che gli costerà, come ha appena disposto il gip Andrea Taviano su richiesta del pm Maria Gabriella Fazi, un secondo processo per atti osceni in luogo pubblico.

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La passante che si è ritrovata ad assistere allo spogliarello, infatti, lo ha fotografato e nella sua richiesta di intervento ai carabinieri ha specificato che nei paraggi si aggiravano famigliole con bambini. Con la depenalizzazione della norma sugli atti osceni in luogo pubblico, affinché si configuri un reato penale al posto della semplice violazione amministrativa, è necessario provare che l'esibizione sconcia sia avvenuta nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori. Sul processo potrebbe pesare un precedente penale specifico, visto che l'uomo è stato di recente condannato a cinque mesi di reclusione.

In quel caso era accusato di essersi denudato sul terrazzo del suo appartamento, mentre fissava due ragazze intente a mangiare un gelato nel bar sotto casa, a Centocelle. Anche allora a corredare il fascicolo una serie di fotografie scattate dai passanti.


IL PRECEDENTE
«Rientri in casa, si rivesta», gridavano sentendosi tacciare per tutta risposta: «Impiccioni». Anche quell'esibizione era andata in scena un pomeriggio d'estate. I carabinieri così erano entrati nell'appartamento per convincerlo a ricomporsi. La porta era spalancata. All'interno, al lavoro, un operaio di Mondo Convenienza, intento a montare una cucina. «Il proprietario credo stia di là - aveva precisato - E' un tipo strano». Il difensore, l'avvocato Piergiorgio Micalizzi spera, mentre deve affrontare un nuovo processo, di smontare in appello la prima condanna. «Si era spogliato in casa e non c'erano minori nei paraggi. Il mio assistito non è un violento, ma un professionista che ha avuto e affrontato problemi di altro genere».
 

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