Nell'ordine e il silenzio di un luogo mesto e raccolto, c'è uno spazio che non passa inosservato. Il gazebo a strisce con il nome di Nicholas tra due corone d'oro, la gigantografia del ragazzo vicino alla sua auto, il prato finto, la panchina, il tavolino in vetro, l'altare, la statua, le telecamere di videosorveglianza. La scena parla da sola, oltre il dolore, oltre le regole: al cimitero di Prima Porta un mausoleo completamente abusivo sorge nella zona dove si trova il loculo di Nicholas Orsus Brischetto, morto a 21 anni in un incidente d'auto sul Grande raccordo anulare di Roma dopo essersi schiantato a 300 all'ora con un'Audi R8 bianca in una folle notte di corse, musica e risate che l'amico a bordo del bolide riprese con il telefonino. Era il 19 luglio scorso. Il giovane inizialmente cosciente, mentre veniva soccorso, riuscì anche a chiamare la nonna.
Da settembre
Poco dopo, a settembre, la famiglia in suo onore ha eretto un mausoleo "spettacolare" completamente fuori legge, un vero e proprio altare davanti al loculo dove - tra i tanti - c'è anche quello assegnato a Nicholas Brischetto, lungo il muro settentrionale del cimitero. A cominciare dal gazebo, illuminato da lampade a led e avvitato alla parete con ganci metallici, abbellito con prato sintetico e controllato da due telecamere private - una sotto il tendone, l'altra di fronte - che tengono d'occhio, in barba alla privacy, chiunque si fermi davanti alla sepoltura. Il tutto sotto gli occhi di operatori, custodi e vigilantes che lavorano nel complesso di via Flaminia, visto che è impossibile non aver notato i lavori e l'opera ultimata. A quanto pare gli operatori del servizio cimiteriale nel novembre 2022 avevano segnalato l'illegalità alla polizia che era intervenuta intimando di rimuovere in particolare le telecamere. Ma dopo pochi giorni sono state rimesse assieme a tutto il resto.
Operatori dell'Ama, partecipata del Comune di Roma responsabile dei cimiteri romani, sarebbero stati minacciati poiché accusati di aver depredato "l'altare", anche per questo la famiglia non torna indietro sulle telecamere violando il regolamento cimiteriale. «Siamo in attesa dei permessi per una cappella, qui rubano tutto e l'Ama ci ha detto di rimuovere tutto, ma solo a parole.