Roma, Gualtieri: «Senza fondi per la Metro effetto devastante per il futuro della Capitale»

Il sindaco: «Senza il finanziamento da 1,2 miliardi la città non si modernizza»

Roberto Gualtieri: «Metro, effetto devastante per il futuro di Roma se non arrivano i fondi»
di Francesco Pacifico
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Sabato 26 Novembre 2022, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 12:13

«Senza questi fondi l’effetto per Roma sarebbe devastante». Nelle bozze della manovra di bilancio non sono stati inseriti i 2,1 miliardi di euro necessari per completare la Metro C. Compresi gli 1,2 miliardi senza i quali non si può sbloccare la tratta T2 tra piazza Venezia e piazzale Clodio, che invece erano stati previsti nel Def. Il sindaco Roberto Gualtieri è in contatto continuo con Palazzo Chigi, ma intanto fa sapere che senza queste risorse, sarà impossibile utilizzare anche i finanziamenti già ottenuti.

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Sindaco, si sono perse le tracce dei 2,1 miliardi di euro per il completamento della Metro C. Dove sono finiti? 

«Stiamo parlando di una bozza che è circolata in queste ore.

Ma la legge di bilancio ufficiale non è ancora stata inviata al Parlamento e quindi non abbiamo ancora il testo definitivo. Io sono fiducioso che quello finale conterrà le risorse necessarie a completare un’opera fondamentale per la Capitale e per il Paese.

Ha parlato con il governo? 

«Ho avuto rassicurazioni da Palazzo Chigi che il problema verrà affrontato e spero che il testo finale contenga le risposte che ci aspettiamo». 

Se i fondi non fossero sbloccati, quali sarebbero le conseguenze sul futuro dell’opera e sulla mobilità romana?

«L’effetto sarebbe devastante. Basti pensare che senza queste risorse aggiuntive non si potrebbero neanche utilizzare i 990 milioni già disponibili per scavare tra Piazza Venezia e Piazzale Clodio. Quindi non potrebbero partire i lavori sulla nuova tratta. Vorrei ricordare come la Metro C rappresenti un tassello decisivo per la mobilità di Roma che come sappiamo ha purtroppo un forte gap strutturale sul trasporto su ferro che va assolutamente colmato. Con il prolungamento della linea C potremo collegare la rete metropolitana con l’area di San Pietro e raggiungere il quadrante Nord della città fino alla Farnesina senza dimenticare il fondamentale raccordo con la linea A a Ottaviano».

A quanto pare queste risorse erano state inserite dal Mef nelle prime bozze delle manovra. Le risulta? 

«Non so che cosa sia successo. Sono stato ministro dell’Economia e so che prima della chiusura definitiva del testo ci sono fibrillazioni, limature e cambiamenti. Il finanziamento di cui stiamo parlando era però previsto da tempo perché è indispensabile. Non vorrei che al ministero delle Infrastrutture non si fosse compreso che la modernizzazione della Capitale è una questione di interesse nazionale: inutile parlare di maggiori poteri a Roma se poi non la si mette nelle condizioni di recuperare terreno con le altre capitali europee». 

Lei ha ricordato i 990 milioni di euro già stanziati per il tratto tra Venezia e Clodio. È vero che rischiate di perderli, se non c’è il totale finanziamento del T2? Cioè Roma rischia di dover rinunciare a 3 miliardi di euro?  

«Senza gli 1,2 miliardi di euro per completare la tratta T2 Venezia-Clodio non si può neanche scavare il tunnel con i soldi già stanziati, perché mancherebbero le stazioni e quindi il lotto sulla base delle normativa vigente non sarebbe “funzionale”. Sarebbe un danno incalcolabile e una vera assurdità. Ripeto, il finanziamento atteso è di 2,1 miliardi perché con gli ulteriori 990 milioni si potrebbe partire anche con il tratto T1 Clodio-Farnesina, da dove è più semplice scavare alleggerendo il cantiere di Piazzale Clodio».

Se la metro si fermasse a piazza Venezia, ci sarebbero lo spazio per ospitare il deposito dei treni o lo scambio per cambiare la direzione dei convogli?

«Sarebbe un problema gigantesco, perché significherebbe dover ripensare la già complessa fermata di Piazza Venezia che, come sappiamo, è stata oggetto di gravi ritardi dovuti a complesse rimodulazioni progettuali».

Per concludere, senza il tratto T2 tra Venezia e Clodio, dovremo dimenticarci anche il congiungimento della linea C a Farnesina, il cosiddetto T1? 

«Come già detto, il prolungamento verso la Farnesina avrebbe un duplice vantaggio. Il primo: collegare il quadrante Nord con il resto della città. Il secondo è di consentire la gestione delle terre in un’area molto meno impattante di quella che sarebbe l’area di piazzale Clodio, ad alto tasso di traffico».

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Ci sono novità per il finanziamento della Clodio-Farnesina?

«Ritengo che se venisse confermato lo stanziamento di 1,2 miliardi, saremmo comunque in grado di fare della stazione Farnesina il capolinea Nord della linea C».

I parlamentari romani promettono battaglia: ma si può risolvere la questione nel passaggio alle Camere con un loro emendamento, visto che parliamo di un intervento da almeno 1,2 miliardi?

«Spero che non ci sarà bisogno di una battaglia “romana” in Parlamento. La modernizzazione della Capitale deve essere un interesse nazionale. E ripeto, sono convinto che Palazzo Chigi abbia a cuore l’obiettivo di modernizzare la città».

Quando verrà sbloccato invece il piano per le opere del Giubileo del 2025?

«Mi auguro sia una questione di giorni, a breve dovremmo essere ricevuti a Palazzo Chigi per illustrare il nostro piano di interventi per poi avere il via libera con il Dcpm, senza il quale i lavori non possono partire. Anche questa è una partita decisiva per il futuro di Roma. Con il Giubileo potremmo mettere in campo tanti interventi che possono cambiare in meglio il volto della città».

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