Kitesurfer risucchiato dall’elicottero militare a Ladispoli. I testimoni: Alessandro Ognibene «è volato e poi è caduto giù a peso morto»

Il processo a Civitavecchia. Un pescatore: «Ero dietro le dune, l’ho visto salire veloce in aria, e precipitare»

Kitesurfer risucchiato dall’elicottero militare a Ladispoli. I testimoni: Alessandro Ognibene «è volato e poi caduto giù»
di Emanuele Rossi
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Domenica 6 Novembre 2022, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 18:02

«Mi trovavo dietro la duna, ma dopo il sollevamento della vela ho visto il corpo salire di scatto in aria e poi scendere giù a peso morto». Marco Lorenzi era sulla spiaggia di Ladispoli quel 3 ottobre del 2018 quando Alessandro Ognibene, kitesurfer di 53 anni, rimase gravemente ferito in seguito al passaggio di un elicottero militare durante un'esercitazione. E lo ha confermato in aula di fronte al giudice di pace di Civitavecchia nell'udienza di venerdì scorso in cui sono stati ascoltati altri testimoni.
Il racconto fornito dal pescatore romano, che già aveva rilasciato agli uomini della Capitaneria di porto di Civitavecchia e Ladispoli che hanno condotto le attività investigative, potrebbe rivelarsi fondamentale nell'ambito del processo giudiziario in cui si ritrovano imputati per lesioni colpose due piloti e un ammiraglio della Marina a capo dell'addestramento interforze Nato. Lorenzi aveva raggiunto Torre Flavia per trascorrere un po' di tempo sull'arenile e dare sfogo alla sua attività di pesca, come anche in passato. In aula presente anche il vigilantes Andrea Piazzai che non avrebbe assistito all'incidente ma pochi dubbi anche per lui sul fatto della presenza degli elicotteri a bassa quota.

 

Uno di questi potenti Chinook poco prima delle 15 avrebbe risucchiato Ognibene entrato in acqua per praticare il kite come in tante altre circostanze.

Un vortice sarebbe stato così creato dalla doppia elica del pesante Boeing CH-47 Chinook finendo così per aspirare in aria lo sportivo per almeno dieci metri fino a farlo crollare sulla sabbia. Un impatto violentissimo che ha causato al kitesurfer lesioni gravi su tutto il corpo. È intervenuta successivamente l'eliambulanza che l'ha trasportato in codice rosso all'ospedale Policlinico Gemelli.

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I RACCONTI
L'altro testimone è Santino Esigibili, titolare di una struttura ricettiva nella zona costiera di Torre Flavia che ha fornito anche delle immagini fotografiche relative agli elicotteri in sorvolo a Ladispoli. Quest'ultimo al giudice e agli avvocati della difesa ha ribadito come in quella giornata non ci fosse vento. Testimonianza per altro riscontrabile dalle fotografie in cui si vede il mare piatto. Per la difesa invece il fattore climatico è importante perché ritiene che il bipala non possa aver aspirato Ognibene, ma che la colpa sia da addebitare piuttosto alle folate anche se quel tipo di elicottero, in linea dal 1962, è tra i più potenti del mondo: può sollevare un carico di 12 tonnellate ed è lungo quasi 16 metri. Tutte valutazioni che ora però dovrà prendere in considerazione il giudice.
LA DIFESA
Ma ci sarà spazio anche per altre testimonianze nel 2023. La prossima udienza si terrà il 13 gennaio e sarà chiamato come teste un impiegato comunale di Ladispoli presente anche lui sulla spiaggia di Torre Flavia. Nell'elenco figura anche il primo cittadino di Ladispoli, Alessandro Grando a cui molto probabilmente verrà chiesto se ci fossero eventuali limitazioni nella zona dell'incidente e si parlerà anche di possibili mancate comunicazioni al Comune dell'esercitazione. Poi sarà la volta dei testimoni della difesa. «Sono soddisfatto dell'ultima udienza che si è svolta parla Alessandro Ognibene che ancora oggi sente dolori e fastidi più o meno il racconto dei testimoni è stato piuttosto uniforme. Ho fiducia nella giustizia e vedremo quel che accadrà nelle prossime tappe». È una vicenda senza precedenti in Italia oggetto di inchiesta della procura ordinaria, militare e della Nato dato che alcuni, tra i 12 velivoli in addestramento, appartenevano a forze straniere.

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Anche il ministero della Difesa aveva annunciato l'avvio di una indagine. Dopo quell'operazione denominata Notte scura 2018 non vennero mai trasmesse alla magistratura inquirente le registrazioni delle conversazioni dei militari degli altri elicotteri che avrebbero potuto quanto meno fornire un contributo alla stessa indagine disposta dal pm, Valentina Zavatto che non ha ritenuto procedere anche per omissione di soccorso ma solo per lesioni. Da qui la decisione di procedere al giudice di pace di Civitavecchia.
 

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