Castelli Romani, gelate fuori stagione, agricoltori in ginocchio: l'anno scorso i cambiamenti climatici hanno causato danni per 250 milioni di euro

"La scenario è disastroso, servono aiuti"

Castelli Romani, gelate fuori stagione, agricoltori in ginocchio: l'anno scorso i cambiamenti climatici hanno causato danni per 250 milioni di euro
di Chiara Rai e Giampiero Valenza
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 15:34

Tra i quindici ettari di campi tra Ostia Antica e Casal Palocco in questi giorni c’è un iperlavoro. Un terzo delle piantine di pomodori e peperoni, messe da poco, devono essere ripiantumate. Il clima di questi giorni, con improvvise gelate, le ha praticamente bruciate. Stefano Mangiante è il titolare dell’azienda Agricola Serra Madre, e nonostante tutto tira un sospiro di sollievo: «Fortuna ha voluto che la grandinata c’è stata a un chilometro e mezzo di distanza da qui, evitando i nostri campi - dice - Siamo stati graziati dalla grandine. Tra pomodori e peperoni avevamo messo a dimora circa 15.000 piantine, come sempre si fa nell’ultima settimana di marzo. Alla fine il freddo di questi giorni ci sta costringendo a cambiarne circa seimila».

Secondo il produttore, proprio le ultime gelate causeranno un ritardo di almeno due settimane dell’ingresso nel mercato dei pomodori locali cresciuti in campo aperto. Questo non vuol dire che non ci saranno, ma che si chiederà un maggior sostegno da parte dei prodotti di serra. «Ci siamo messi le mani nei capelli quando abbiamo visto il freddo improvviso - racconta Mangiante - Ma siamo una categoria abbastanza preparata ai problemi. Abbiamo sempre avuto a che fare con altri esseri viventi e con i cambiamenti improvvisi del clima». 


«Con il freddo e la grandine di questi giorni c’è il rischio di perdere gemme e piccoli frutti già sugli alberi dopo un inverno caldo e secco con il 30% di piogge in meno e che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura di 1,38 gradi in più - tuona il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - È una tenaglia climatica tra freddo e siccità che si abbatte su una natura in tilt con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito ingannate dalle temperature anomale, con il rischio adesso di perdere i raccolti di un anno di lavoro. Compromesse soprattutto le coltivazioni in fiore come peschi, albicocchi e ciliegi colpite dalla grandine.

I nostri produttori sono stati costretti a sostituire migliaia di giovani piante a causa della grandine e del freddo di questi giorni. Almeno duecento ettari sono stati danneggiati, soprattutto ai Castelli». Secondo le stime di Coldiretti i raccolti sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici e nel 2022 hanno causato solo nel Lazio danni per oltre 250 milioni di euro. «La tendenza alla tropicalizzazione - dice Granieri - sta diventando ormai la norma con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne».


AI CASTELLI
Agricoltori in ginocchio anche ai Castelli Romani con i territori di Velletri, Lanuvio, Ariccia e Frascati maggiormente colpiti dai danni delle recenti escursioni termiche dal caldo al gelo che hanno compromesso frutteti, ortaggi e vitigni. Oltretutto, gli animali continuano a devastare le coltivazioni e con la siccità, la produzione di kiwi potrebbe risentirne in maniera importante. L’Associazione di agricoltori e coltivatori diretti Aspal torna a lanciare l’allarme: «In alcune zone dei Castelli Romani, del Lazio e del Centronord Italia, la siccità e le gelate dei giorni scorsi, sommate alle grandinate intense della vigilia di Pasqua, hanno gravemente danneggiato i frutteti e messo in ginocchio ulteriormente gli agricoltori». 
 

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