La violenza sessuale nel cuore della notte mentre la fidanzata dormiva, l’intrusione in casa e poi le vessazioni continue e reiterate. Lei che per due volte sarebbe rimasta incinta e lui che non se ne preoccupa, se non quando la ragazza decide di abortire, come raccontato dalla stessa vittima. Francesco Terra, avvocato praticante di 29 anni, è stato condannato a sei anni di reclusione, colpevole, secondo i giudici della prima sezione collegiale, di maltrattamenti, violenza sessuale e stalking nei confronti dell’ex compagna con la quale è stato fidanzato per quattro anni. Il pubblico ministero titolare delle indagini aveva richiesto una pena di 5 anni e 6 mesi.
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LA STORIA
Un amore sbocciato nell’estate del 2015, che all’inizio sembtra un idillio ma dopo diventa «morboso».
GLI ABUSI
Secondo la testimonianza della vittima, che nel processo non si è costituita parte civile, Terra le propone persino dei soldi per convincerla ad avere rapporti dopo un aborto. Tra gennaio e febbraio 2018, invece si verifica la prima violenza sessuale contestata all’imputato dalla procura. La ragazza, da poco rimasta incinta, perde il proprio figlio. Il dolore è tanto, sia fisico che psicologico. Ma l’avvocato praticante la costringe comunque ad avere un rapporto sessuale, a seguito del quale lei avrà bisogno di andare al pronto soccorso. Un anno più tardi a fine dicembre 2019 una nuova molestia, mentre la ragazza dorme. Come lei stessa racconterà in aula, la paura è talmente forte che non riuscirà a riprendersi. Ma poco dopo i due si lasciano. Stavolta definitivamente. Ed è a quel punto che iniziano le persecuzioni culminate con l’intrusione dell’imputato nell’appartamento della vittima, raccontate durante il processo dalla persona offesa. «Comportamenti, che abbinati ai continui messaggi scritti sui social, hanno costretto la donna a modificare le proprie abitudini di vita», sottolinea il pm nella sua requisitoria. I legali dell’imputato hanno offerto un risarcimento alla vittima. «Non un’ammissione di responsabilità, ma una scelta processuale, per cercare di ridurre il dramma a cui va incontro il nostro assistito ora che è diventato padre», sottolinea l’avvocato Carraro.
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