Fonte Nuova, maxi blitz antidroga: smantellato il fortino nelle case popolari. Spaccio da un milione di euro l'anno

Operazione all’alba di carabinieri e reparti speciali: 11 arresti. Il boss, 37 anni, gestiva lo spaccio di cocaina che fruttava un milione l’anno

Fonte Nuova, maxi blitz antidroga: smantellato il fortino nelle case popolari. Spaccio da un milione di euro l'anno
di Morena Izzo
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 07:59

Una roccaforte della droga nelle case popolari di Fonte Nuova, diventate la base di spaccio di una organizzazione smantellata dai carabinieri della compagnia di Monterotondo. Undici le persone finite in manette con l’accusa di far parte a vario titolo di una organizzazione che gestiva non solo la singola “piazza di spaccio”, ma anche il traffico di stupefacenti tra i comuni di Monterotondo, Fonte Nuova e Mentana. Un’organizzazione che secondo gli inquirenti rappresentava un anello di congiunzione tra Roma e la periferia Nord Est della Capitale con un giro d’affari stimato in 2.500 euro al giorno per circa un milione di euro all’anno.

E non mancano le azioni violente anche ai danni di pusher che trasgredivano alle regole o alle forze dell’ordine con due carabinieri investiti durante un controllo. All’alba di ieri mattina gli uomini dell’Arma, diretti dal comandante della compagnia dei carabinieri di Monterotondo, il tenente colonnello Gianfranco Albanese, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti delle 11 persone. Sette sono finite in carcere e quattro ai domiciliati, tra loro anche due donne.


VITA NEL LUSSO
I componenti della banda vivevano in lussuosi appartamenti: maxi schermi al plasma, divani in pelle, lampadari costosi e arredi di design moderno e sofisticato. A capo dell’organizzazione ci sarebbe stato un 37enne che, insieme alla compagna di 36 anni, secondo gli inquirenti riutilizzava e investiva i proventi ottenuti dal traffico di droga. Ecco perché ad entrambi è stato contestato anche il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

Per i militari era lui al vertice dell’organizzazione che si ipotizza gestisse da un lato i fornitori e dall’altro la distribuzione sul territorio dello stupefacente ai pusher, i “cavallucci”, che pur essendo concentrati nella zona “167” a Fonte Nuova, riuscivano a raggiungere in maniera capillare (in strada, alle fermate dell’autobus, in piazza, davanti alle attività commerciali) i loro clienti dopo aver preso accordi telefonici.

Sarebbero state oltre 30 mila in tre anni le telefonate da parte dei clienti al numero sul quale contattavano i pusher per ricevere la droga. Ogni dose di cocaina costava circa 30 euro. Una clientela che i “cavallucci” riuscivano a “fidelizzare” anche con la prospettiva di “arruolarli” in caso di arresto di singoli pusher. È quanto emerge dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Monterotondo, iniziate nel 2019.


BANDA GIOVANE
I componenti della compagine criminale hanno dai 22 ai 58 anni, con un’età media di 30 anni. Erano tutti organizzati in orari di lavoro che dovevano rispettare rigorosamente. E chi trasgrediva, come un pusher che cominciava a spacciare in tarda mattinata, invece della mattina presto, perdendo così parte degli incassi che potevano garantire quelle ore di “lavoro” non effettuate, subiva una sorta di “sospensione disciplinare” o peggio delle vere e proprie aggressioni. Un’organizzazione criminale senza scrupoli, insomma, e pronta a tutto per raggiungere i propri scopi illeciti, così come testimoniano le indagini.

Ieri mattina nelle case popolari dove viveva la banda è stata necessaria la presenza di 80 carabinieri della compagnia di Monterotondo per effettuare gli arresti e le perquisizioni disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. A supporto, anche le unità cinofile antidroga del Comando Provinciale di Roma e due Squadre Api della Compagnia Fiumicino Aeroporti. Presenti anche i militari dell’8° Reggimento Carabinieri “Lazio”, che hanno cinturato l’area delle case popolari di Fonte Nuova, per la particolare “riottosità” dei residenti, già sperimentata dai militari in passato nel corso di precedenti operazioni. 

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