Fontana di Trevi, ladri di monete
D'Artagnan, 583 multe mai pagate

Fontana di Trevi, ladri di monete D'Artagnan, 583 multe mai pagate
di Laura Bogliolo
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Venerdì 29 Aprile 2011, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:16
ROMA - Scivolano gocce di sangue sui marmi della Fontana di Trevi. Tuonano grida incomprensibili tra le sagome di turisti impauriti. D’Artagnan ieri salito di nuovo sulla Fontana. Ha scalato la scogliera rocciosa del monumento, scegliendo come palco il Tritone che cerca di sedare il cavallo agitato. Ma nulla riesce a calmare la follia di Roberto Cercelletta, 59 anni, il tristemente noto ladro di monetine. Nel 2002 è finito addirittura sulla prima pagina del New York Times.



Ieri l’ennesimo orribile spettacolo: è salito sulla fontana, ha preso una lametta, si è tagliato il ventre e ha gridato: «Protesto! Non è vero che do le mazzette ai vigili! I soldimeli prendo tutti io! Neho bisogno». Ecco in poche parole la filosofia di D’Artagnan, padrone indiscusso di Fontana di Trevi che ieri ha voluto difendere i vigili urbani coinvolti nello scandalo registrato in un video delle Iene. Per farlo scendere dalla fontana è dovuto intervenire addirittura ilcomandantedel I Gruppo Cesarino Caioni, ma c’è voluta più di un’ora per farlo tranquillizzare con l’aiuto dei medici del 118.



Sono 583 i verbali fatti a D’Artagnan dal 2006. Sempre lo stesso il motivo: «Si introduce nella fontana allo scopo di raccogliere le monete giacenti sulfondo». Nessuna delle multe da 160 euro è stata pagata. «Non firma, non accetta la copia» c’è scritto in fondo a tutti i verbali. Ad agosto del 2009 ha colpito ogni settimana, sempre verso le 6.30, preciso come un orologio. L’ultimo furto il 25 aprile.



Le sue gesta però risalgono almeno al 2002: già allora entrò nella fontana e si procurò tagli con una lametta per protesta contro il Comune che gli impediva la raccolta delle monetine lanciate dai turisti. Padrone indiscusso della piazza, sempre più sicuro di se e sempre pronto a minacciare.



«Tutti siamo stati minacciati da D’Artagnan - racconta Antonio Lombardi, dell’associazione Fontana di Trevi - ma non ci spaventa, quello che atterrisce inveceèl’assoluta indifferenzadegliaddetti al controllo del territorio rispetto agli illeciti che quotidianamente si perpetrano nel nostro quartiere». Lombardi con la sua associazione qualche anno fa pagò 7 spazzini per un anno. «Non eravamo soddisfatti del lavoro dell’Ama» dice. Oggi per l’ennesima volta Lombardi si trova a denunciare il degrado in cui versa una delle piazze più famose del mondo: «La Fontana di Trevi? Sembra la Napoli del dopoguerra: decine di venditori ambulanti che operano indisturbati mentre i vigili voltano losguardo,tavolini collocati ovunque, il furto quotidiano delle monetine e D’Artagnan, l’indiscusso padrone di Fontana di Trevi».



«La sera i vigili scompaiono e c’è l’invasione degli ambulanti - dice Paolo Scaligi, 42 anni, da 22 barista in un localedella piazza- D’Artagnan?Quelloèunappuntamento fisso...». Viviana Di Capua, presidente dell’associazione Abitanti Centro Storico denuncia «il degrado in cui versa la piazza per l’invasione di venditori abusivi». E aggiunge, riferendosi ai saccheggi fatti da D’Artagnan e i suoi amici: «E’ allarmante che ci sia una banda di ladri che resta impunita almeno dal 2002».



Resta impunito D’Artagnan, così come le decine di commercianti improvvisati che assediano i turisti. Rose, occhiali, giocattolini: il mercato a cielo aperto di Fontana di Trevi anche ieri era florido nonostantela presenza dei vigili. Un’agente, una ragazzotta mora, ha anche provato a fare uno scatto per rincorrere un venditore abusivo, ma si è arresa dopo qualche passo bloccata dal flusso imponente dei turisti. Le divise non sembrano spaventare più.



Anche ieri c’è stato chi ha provato a rubare le monetine. Verso le 14 invece c’è chi monta un piccolo negozietto usando una cassetta della frutta per vendere gadget mollicci e coloratissimi. Quelli che stringono gli alunni di una scuola media di Pomezia in gita nella Capitale. «I venditori ambulanti ci hanno assediato, non ne possiamo più» racconta stremata Sara Visco, 28 anni, accompagnatrice degli studenti e storica dell’arte.



Che effetto le fa vedere la fontana preda delle imprese di D’Artagnan? «Tristezza,rabbia e malinconia». Malinconia per quella piazza un tempo culla dei desideri dei turisti, oggi palcoscenico del degrado.
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