Fiumicino, il giallo dell'auto del foreign fighter inglese

Fiumicino, il giallo dell'auto del foreign fighter inglese
di Sara Menafra
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Giugno 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 00:57

Era seguito dai servizi inglesi perché considerato un soggetto «radicalizzato» e legato ad ambienti islamici oltranzisti. Due giorni fa la Digos e la Polaria di Roma hanno trovato la sua macchina abbandonata in un parcheggio a lunga sosta dell'aeroporto di Fiumicino. E, visto che la vettura risultava ferma da due mesi, hanno deciso di aprire lo sportello con una micro carica per controllare l'interno dell'abitacolo. T. N. W. 37 anni e proveniente dal Siri Lanka potrebbe essere l'ultimo foreing fighter passato dall'Italia. E, se tutti gli elementi sul suo conto saranno confermati, una persona di qualche rilievo visto che ha scelto di muoversi a bordo di ua Seat Alhambra dalla Gran Bretagna fino all'Italia per poi imbarcarsi proprio dallo scalo romano.

IL VIAGGIO IN SIRIA
La sua automobile, una monovolume di targa inglese, è stata parcheggiata regolarmente due mesi fa nei silos a lunga sosta. Dall'Italia, l'uomo avrebbe preso un aereo forse diretto in Siri Lanka ma stando alle informazioni passate all'Italia dai servizi inglesi sarebbe certo che almeno un anno fa era in Siria a combattere. A confermarlo sarebbero gli accertamenti anagrafici, quelli sulla targa dell'auto e attraverso il Sistema informativo frontaliero Border Control System Italia che traccia i passeggeri passati nel nostro paese. All'interno della vettura, unaperta intorno all'una di notte con una micro-carica di esplosivo azionata a distanza, non è stato trovato nulla di sospetto. Le indagini di Polizia di frontiera e Digos continuano: al momento è certo che l'uomo è entrato regolarmente nel parcheggio lunga sosta dello scalo romano il 24 marzo scorso.

L'Italia è considerata un terreno di passaggio per i combattenti che si arruolano per la Siria. Le indagini per gli attentati di Parigi hanno dimostrato che solo nei mesi immediatamente precedenti alle stragi dal nostro paese erano passati ben cinque combattenti di ritorno. Ovvero persone radicalizzate che sono andate prima a combattere in Siria e poi tornati in Europa hanno deciso di colpire.
 
IL FENOMENO
Dei cinquemila combattenti provenienti dall'Europa, secondo le note di intelligence, sessanta sarebbero tornati e pronti ad agire. L'ultimo monitoraggio registrato dal Copasir e dal Viminale dice invece che i foreign fighters, partiti o passati dall'Italia prima di andare a combattere la guerra santa, sono poco meno di sessanta. Lo screening evidenzia come i guerriglieri provenienti dall'Italia siano distribuiti sul territorio nazionale, in particolare al nord (vengono da Torino, Modena, Comiso, Mantova, Milano, Como, Cantù, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Biella) e abbiano un'età compresa tra i 19 e i 42 anni. Sono quattro le tipologie di foreign fighters: quelli, di cittadinanza italiana o no, che con certezza hanno raggiunto la Siria per partecipare alla jihad; i membri di gruppi radicali, che hanno lasciato il Paese diretti in luoghi limitrofi alle zone in cui si combatte e poi sono rientrati; quelli provenienti da altri paesi e imbarcatisi dall'Italia verso Est e, viceversa, quelli rientrati attraverso l'Italia e ora in Europa, le cui identità sono state segnalate alle autorità competenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA