Fiori, prezzi «aumentati fino al 50%»: la stangata del 2 novembre. Viaggio tra i banchi dei cimiteri di Roma

I fiorai: «Cerchiamo di contenere i prezzi ma le bollette alle stelle si fanno sentire»

«Fiori, i rincari arrivano fino al 50%», la stangata del 2 novembre. Il viaggio tra i banchi dei cimiteri
di Giampiero Valenza
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 16:07

Anche il crisantemo, il più classico tra i fiori del cimitero, paga il prezzo dei rincari. Quest’anno, per la Commemorazione dei defunti, prenderne un mazzetto e lasciarlo su una delle tombe di un amico o un parente sarà ancor più dispendioso. Nei cimiteri di Verano, Prima Porta e Laurentina i prezzi sono già stati ritoccati all’insù. E i banchi dei fiorai lanciano l’allarme per una crisi nera che sono costretti a vivere ormai da tempo. «Si cercano soluzioni per risparmiare, come i semprevivi secchi, che durano molto di più», dice Nadia Rizzieri, che da una ventina di anni ha il box numero 9 al cimitero di via Flaminia. 

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LA PRODUZIONE

«L’ottobrata ha contenuto un po’ i costi energetici, ma ci sono stati comunque profondi rincari, a cominciare dai costi del gasolio - sottolinea Cristiano Genovali, presidente nazionale di Affi, l’associazione dei floricoltori e dei fioristi italiani - Abbiamo registrato una riduzione delle produzioni tra il 15 e il 20% e c’è stato un aumento del costo del prodotto all’ingrosso tra il 10 e il 15%.

Abbiamo cercato di contenere i rincari quanto più possibile». Ma ai consumatori interessa poi l’intera filiera che a cascata ne risente. E così i prezzi al banco hanno avuto aumenti come mai prima d’ora. Un mazzetto di garofanini è arrivato a costare anche 10 euro (prima l’acquisto si concludeva con 5 euro). Al cimitero Flaminio, racconta Rizzieri, tutti i banchisti si sono messi d’accordo per un prezzo unico. Un mazzo di margherite che prima costava 3 euro, ora viene 4. I crisantemi Ping Pong sono in vendita a due euro, gli Smith (più grandi), intorno ai quattro. Sui mazzetti delle roselline, invece, ci sono diverse condotte di pensiero: a Flaminio un mazzo da 20 viene 18 euro, con un rincaro di 6 rispetto all’anno precedente. Al cimitero Laurentino, invece, lo scorso anno con 12 euro se ne prendeva un mazzetto da 20, ora con 8 euro se ne può prendere uno da 10.

L’APPROVVIGIONAMENTO

«Ancora non riusciamo a considerare i danni che arriveranno in inverno, quando avremo grosse difficoltà di approvvigionamento. Chi ha avuto alti costi di riscaldamento per i propri impianti ha preferito non accenderli - dicono da Laurentina Fiori, al cimitero di Roma Sud - Senza contare, poi, i rincari di alcuni fiori che ora per questa ragione non prendiamo più. L’anthurium all’ingrosso veniva 1,20 euro e ora costa 2,50. Questo significa che dovremmo rivenderlo almeno a 5 euro». «In generale il lavoro è calato almeno del 50%, la gente non compra più i fiori», continuano. 

I LUMINI

I rincari hanno colpito anche i classici lumini. Le versioni più piccole sono passate, nei migliori dei casi, da un euro a 1,50, con picchi di due. Le versioni “medie” da 3,50 sono passati a 5. I più grandi, quelli che hanno una durata di 15 giorni, che solitamente costavano sette euro, ora sono passati a nove. «Stiamo assorbendo noi moltissimi costi dei rincari - continua Nadia Rizzieri - Dalla fine del lockdown è aumentato praticamente tutto. Noi cerchiamo di gravare meno sui clienti, cerchiamo di fare quanto possibile». Intanto, quest’anno, la visita al cimitero sarà più salata: un percorso a ostacoli tra soluzioni che vanno al risparmio e mazzetti più piccoli. 

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