Faceva leva sul buon cuore delle persone, spacciandosi come caporal maggiore della Croce rossa italiana e fingendo di raccogliere fondi per poter fronteggiare l'emergenza per il terremoto che ha scosso l'Albania nel 2019. «Fai un gesto d'amore per Natale. Dona almeno un euro», così scriveva su Facebook Francesco Guidoni, ex impiegato di un'agenzia funebre di 53 anni. All'interno dell'organizzazione umanitaria, però, non aveva mai ricoperto questo incarico. Adesso deve difendersi in un processo, dove il pm titolare delle indagini, Gianluca Mazzei, lo accusa di tentata truffa, oltre che di usurpazione di titoli.
LA VICENDA
È il 26 novembre del 2019 e in piena notte il Nord dell'Albania viene colpito da una violenta scossa di terremoto di magnitudo 6.5. Case e palazzi crollano di colpo. Chi non resta intrappolato tra le macerie scappa in strada, al freddo, in attesa dei soccorsi e con la paura di non ritrovare i parenti dispersi. Il governo di Tirana ha bisogno di aiuto, il sostegno, per fronteggiare l'emergenza, arriva da tutta l'Europa. E così si mette in azione anche la macchina degli aiuti italiana: centinaia di soccorritori e mezzi partono per andare a prestare soccorso e assistenza alla popolazione albanese. Quando la terra smette di tremare, i morti saranno 51, oltre tremila i feriti e quattromila gli sfollati. Ed è questo clima di totale disperazione che Guidoni sfrutta per tentare di truffare chi lo segue su Facebook.
I POST
In un primo post scrive un appello a tutti i comitati italiani della Croce rossa in qualità di caporal maggiore. «Inviare personale C operativo per aiuti di soccorso rinforsi per Terremoto in Albania.
L'ACCUSA
Secondo l'accusa, Guidoni ha richiesto «in modo non equivoco il versamento sulla sua carta di donazioni, al solo fine di procurarsi un ingiusto profitto - si legge nel capo d'imputazione - non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla sua volontà». Per questo rischia di essere condannato per tentata truffa, a cui si aggiunge l'imputazione per usurpazione di titoli. Perché Guidoni si è più volte arrogato il titolo di caporal maggiore della Croce rossa italiana «contrariamente al vero, non rivestendo alcun ruolo» all'interno dell'organizzazione, come specificato dalle carte del pm. Adesso sul profilo Facebook dell'imputato i post incriminati non ci sono più, perché sono stati rimossi. Ma tra frasi motivazionali, foto del cane e commenti indignati nei confronti dei politici italiani, resta ancora un post in cui fa riferimento alla Croce rossa. Ed è di tutt'altro taglio rispetto a quelli scritti tra il novembre e il dicembre del 2019. «Anche io con la Croce rossa italiana ho chiuso. Italia tanta Vergogna», scrive il 10 novembre 2020, dando il suo addio all'organizzazione. Almeno stavolta non firmandosi come Caporal maggiore.