Diabolik, l'affare segreto: 100mila euro alle Bahamas. L'ultrà rivale: «Persi i soldi di Piscitelli in un traffico d'oro in Africa»

Il pupillo di Carminati: «Regalai in cambio una mitraglietta UZI, due kalashnikov AK 47, una bomba a mano e non ricordo se ci fosse un jammer»

Diabolik, l'affare segreto: 100mila euro alle Bahamas. L'ultrà rivale: «Persi i soldi di Piscitelli in un traffico d'oro in Africa»
di Valeria Di Corrado
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 15:56

«Per il progetto alle Bahamas Fabrizio Piscitelli mi ha dato 100 mila euro, che io ho successivamente distratto per l'operazione dell'"oro" in Africa organizzata da Filippo Maria Macchi». Emerge un nuovo spaccato sulla vita dell'ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio, ucciso il 7 agosto del 2019 con un colpo alla testa mentre era seduto su una panchina del parco degli Acquedotti. A fare queste rivelazioni - la cui veridicità è tutta da verificare - è Fabio Gaudenzi, detto Rommel, ex leader di "Opposta fazione", un gruppo di ultras giallorossi che alla fine degli anni 90 aveva conquistato l'Olimpico. Gaudenzi era stato sentito dagli investigatori della Squadra mobile di Roma il 28 settembre 2021, nella veste di "persona informata sui fatti, nell'ambito dell'indagine sull'omicidio di Diabolik. E aveva spiegato che per compensarlo di quell'investimento - finalizzato all'acquisto di terreni nel paradiso fiscale nel mare dei Caraibi - ma mai realizzato, avrebbe regalato a Piscitelli un borsone pieno di armi mentre si trovavano in un ristorante: «Una mitraglietta UZI, due kalashnikov AK 47, una bomba a mano e non ricordo se ci fosse un jammer». «In quella circostanza metto al corrente Fabrizio di quanto mi era accaduto e del fatto che avevo perso il suo denaro a causa di Filippo Macchi. Lui - aveva riferito Gaudenzi ai poliziotti - rimase un po' perplesso in merito alle armi ma poi, dopo aver chiesto se le stesse fossero "pulite", se fossero cioè state utilizzate in qualche reato, le ha prese».

IL VIDEO INCAPPUCCIATO

Il 51enne romano, all'epoca della sua testimonianza davanti alla Mobile, era recluso nel carcere di Rebibbia, perché il 3 settembre 2019, a poco meno di un mese dall'esecuzione di Diabolik, si fece arrestare dopo aver pubblicato un video in cui, incappucciato e con una pistola in mano, diceva: «Mi sto consegnando al questore e parlerò del mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli e di tanto altro ancora.

Questa è la mafia vera e non quella del 2014». Il riferimento è al processo "Mondo di mezzo", nel quale è definitivamente caduta l'accusa di 416bis, in cui Gaudenzi fu condannato a due anni e otto mesi per usura. «Dal 1992 appartengo a un gruppo elitario di estrema destra denominato "I fascisti di Roma nord" con a capo Massimo Carminati. So chi è il mandante dell'omicidio di Piscitelli».

Calderon condannato a 12 anni di carcere per il duplice agguato all'Alessandrino

L'ex l'ultrà della Roma, che si definiva il "pupillo" del "Cecato", aveva anche spiegato agli investigatori: «Massimo Carminati voleva evitare che a Ponte Milvio fossero applicate le stesse dinamiche che Fabrizio Piscitelli e il suo gruppo di riferimento avevano già applicato a San Basilio e a Tor Bella Monaca e che quindi il quartiere divenisse un luogo di vendita al dettaglio di sostanza stupefacente, che avvenissero richieste di "pizzo" o che i commercianti fossero costretti ad installare le slot-machine e, di conseguenza, era finalizzato ad evitare l'interesse delle forze di polizia alla zona. Quando gli albanesi e Piscitelli si sono affacciati su Ponte Milvio, hanno fatto della zona di fronte al "CocoLoco" il loro quartier generale». «Ritengo che ultimamente si intromettesse un po' in troppe questioni e che frequentasse "gentaccia"», aveva spiegato Gaudenzi.

È stata sentita anche Rosa Domizi, sorella di Walter Domizi (conosciuto nell'ambiente criminale con l'appellativo di "Gattino") e zia di Leandro Bennato (accusato di 4 sequestri di persona con annesse torture e di recente archiviato dall'accusa di essere uno dei tre mandanti di Diabolik. A proposito di Raul Calderon, il presunto killer di Piscitelli, la Domizi aveva confessato: «Ci frequentavamo da un anno, ed io ero e sono tutt'ora molto innamorata di lui».

 

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