Corruzione a Roma, tra consulenze e magistrati: così la cricca faceva affari. «Arrivano altri 30 milioni»

La causa al Tar concordata a tavolino. E la morale capovolta: «Facciamo giustizia»

Corruzione a Roma, tra consulenze e magistrati: così la cricca faceva affari. «Arrivano altri 30 milioni»
di Michela Allegri e Valeria Di Corrado
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 19:59

La “cricca” di avvocati romani accusati di corruzione - in cui il professore Federico Tedeschini, finito ai domiciliari, avrebbe avuto un ruolo da protagonista - voleva mettere le mani anche sulla «partita delle perdite idriche» dell’acquedotto del Roja, in provincia di Imperia. Questo grazie alla sponda di Gaia Checcucci, commissario ad acta dell’Ato ovest per il servizio idrico integrato, sospesa per un anno dal gip del Tribunale di Roma. «Sono altri 30 milioni che arrivano», spiega lo scorso 16 marzo (non sapendo di essere intercettato) l’avvocato Pierfrancesco Sicco, compagno della Checcucci, che l’8 settembre 2021 aveva ricevuto dal presidente della Regione Liguria l’incarico di potenziare l’acquedotto. «Voglio parlare con Gianmaria (Covino, l’altro avvocato indagato, ndr) - perché volevo ancorare lo sviluppo di ulteriori consulenze anche a questa attività nuova. Diversifichiamo, rendiamo anche più corposo il contenuto».

 

BALLA UN MILIONE

La premura della coppia Checcucci-Sicco, secondo la Procura guidata da Francesco Lo Voi, è di monetizzare subito con il «sistema della triangolazione delle fatture», scrive il gip nell’ordinanza. «C’hai una montagna ancora ferma da Gaia... 120.000 euro», dice Sicco a Tedeschini.

La manager pubblica ha concesso a quest’ultimo «plurimi incarichi legali» con affidamenti diretti (sotto soglia). L’amministrativista, ed ex professore a “La Sapienza”, avrebbe dovuto restituire una parte delle somme con altre fatture per finte consulenze fatte da Sicco. «Lì ci sta un milione che balla!», spiega la Checcucci. Ma l’accordo non viene pienamente rispettato da Tedeschini: dal flusso di soldi pubblici che gli è arrivato, solo una piccola parte è tornata alla coppia. Il prof prima prende tempo - «Appena mi arrivano i soldi ce li hai subito» -, poi il 15 giugno bonifica a Sicco solo 10.688 euro. «È un mini mini mini acconto», cerca di giustificarsi Sicco con la compagna, adirata.

Lui, a sua volta, si sfoga con la ex moglie: «Mi sto innervosendo un po’ con il prof... il vecchio ba...o ancora non mi ha dato i soldi che mi deve». Si legge nell’ordinanza: «Sicco si interessa di una serie di incarichi conferiti a Tedeschini da diversi enti, quali Maticmind e l’Autorità di bacino distrettuale Appennino Meridionale», su cui sono in corso accertamenti dei carabinieri, come pure sulla platea di nomi venuti fuori dalle intercettazioni.
Il giro di affari del professore non riguardava solo le consulenze: grazie alle conoscenze ai piani alti, poteva addirittura sapere in anticipo le domande che gli sarebbero state poste in udienza. Succedeva quando ad occuparsi della causa era un «giudice amico» come Saverio Maria Russo, presidente della III sezione del Tar (ora sospeso per l’inchiesta), che aveva chiesto a Tedeschini un aiuto per ottenere un avanzamento di carriera. In cambio il magistrato avrebbe favorito l’avvocato con un ricorso in cui difendeva uno studio di ingegneria escluso dal progetto per la Riqualificazione urbanistica del nodo Termini e di piazza Dei Cinquecento, a Roma.
Le intercettazioni, scrive il gip, hanno dimostrato «il pactum sceleris di reciproca messa a disposizione e scambio di favori e utilità».

«ANDIAMO A FESTEGGIARE»

Il 17 maggio 2022, Tedeschini ha un impegno alla Corte dei conti e il collega di studio lo deve sostituire nell’udienza davanti al Tar. Quando il professore sente che sarà presente Russo, presidente di sezione, decide di partecipare: «Ah c’è Russo? Presiede? Forse è meglio che ci vengo pure io... solo perché c’è Russo, capito?». Il 30 maggio il giudice contatta Tedeschini per chiedere un favore per il figlio di un’amica, che ha bisogno di aiuto per superare un esame universitario: «Federicuzzo, gioia, ti importunavo solo per chiederti una cosa...». Questa volta, Tedeschini non può intervenire, perché il docente «non fa parte del nostro giro di amici, non so se mi spiego», dice. Il 15 giugno, Russo va nello studio di Tedeschini e dice al legale di avere trovato una soluzione per la causa. Gli anticipa le domande che gli farà nel corso dell’udienza, prevista il 20 del mese, e gli dà indicazioni: «Ho trovato un montaggio, ti farò una domanda sulla illuminotecnica e a che serve nell’economia dell’appalto». La tesi da sostenere in udienza è che non sia necessario un light designer, anche se ne parla negli elaborati progettuali. Ecco la morale capovolta del magistrato: «Cerchiamo di fare un po’ di giustizia». Dopo l’udienza, il professore si vanta, «forte del risultato garantito in anticipo», annota il gip: «Guarda c’avevo azzeccato a pieno, mi hanno chiesto il ruolo di quell’esperto di illuminotecnica, gli ho spiegato che era un ruolo assolutamente insignificante». Il ricorso viene accolto e Tedeschini esulta: «Andiamo a festeggiare!». Oggi iniziano gli interrogatori di garanzia con il giudice Russo; domani sarà la volta dell’avvocato Covino, difeso dal collega Francesco Caroleo Grimaldi: «Confidiamo molto sui chiarimenti che il mio assistito darà al giudice rispondendo a tutte domande».

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