Corruzione a Roma, affari e sentenze pilotate: l’inchiesta si allarga. Almeno 18 indagati nella Capitale

Le indagini nate dal caso delle forniture di mascherine acquistate da Invitalia

Corruzione a Roma, affari e sentenze pilotate: l’inchiesta si allarga. Almeno 18 indagati nella Capitale
di Valeria Di Corrado e Valentina Errante
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 06:33

La cricca” della giustizia amministrativa, che si spingeva fino agli incarichi di governo e riusciva a pilotare le nomine, per la procura di Roma, avrebbe agito «in modo sistematico (secondo abitudini e consuetudini certamente risalenti nel tempo), avvalendosi di schemi e meccanismi collaudati, oltre che di esperienze, competenze e relazioni personali consolidate». Sono almeno diciotto gli indagati nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari l’avvocato Federico Tedeschini e il suo collega Pierfrancesco Sicco, e alla sospensione per un anno dai loro incarichi l’avvocato Gianmaria Covino, la manager Gaia Checcucci e il giudice amministrativo Silvestro Maria Russo (anche per loro i pm avevano chiesto l’arresto).

Oggi Tedeschini, difeso dall’avvocato Gaetano Scalise, e Checcuci, assistita dall’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, saranno interrogati dal gip.

E dagli atti emerge come, attraverso una fitta rete di relazioni, Tedeschini puntasse dritto ai ministeri, come quello per il Sud e quello per l’Ambiente; con l’obiettivo di ottenere la nomina, a capo dipartimento di una delle strutture che avrebbe gestito i soldi del Pnrr, della Checcucci, che lo avrebbe retribuito con consulenze. E non è un caso che l’indagine dei carabinieri nasca da un altro fascicolo della procura di Roma, quello che vede indagato l’ex collega e socio di studio dell’ex premier Giuseppe Conte, Luca Di Donna, accusato insieme ad altri professionisti di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di influenze, per gli appalti che avrebbe garantito a società e aziende durante l’emergenza sanitaria.

MINISTERO PER IL SUD

I militari spiegano in che modo Tedeschini puntasse al ministero per il Sud. Anche a costo di utilizzare amici, a volte ignari. Si legge in un’informativa: «A partire dal 4 novembre (2021) sono state intercettate alcune conversazioni telefoniche in cui Tedeschini si prodiga per fissare un appuntamento con la dottoressa Quadri, coniuge del suo amico avvocato dello Stato Maurizio Greco (non indagati ndr)».

Francesca Quadri, consigliere di Stato, era il capo di Gabinetto del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna, che avrebbe dovuto d’intesa con il presidente della Regione interessata, proporre al presidente del Consiglio il nominativo del commissario straordinario per la Zes, Zone economiche speciali, Puglia. Ma in tanti si erano rivolti a Tedeschini, scrivono i carabinieri nell’informativa: Gaia Checcucci, Vera Corbelli, presidente dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, Arnaldo Sala e Giosy Romano, attuale presidente della Zes Campania. Aggiungono i militari: «Per quest’ultimo va fatto un discorso a parte, potendo lo stesso contare, per il suo ruolo politico, anche su canali diretti di interlocuzione con il ministro». Per i militari i clienti citati si erano rivolti a Tedeschini o ad Angelo Caliendo (un altro avvocato, ndr) «per trovare il giusto canale istituzionale che assecondi le loro aspirazioni».

L’AMBIENTE

È il 10 marzo scorso quando Tedeschini e Sicco commentano, intercettati, la possibile nomina della Corbelli a un ruolo di vertice al ministero dell’Ambiente. Ma si pone il problema dell’incompatibilità con l’incarico dell’autorità di Bacino e Sicco commenta: lei lascerebbe il posto, «perché in quella Direzione di cui parlo io, tutte le bonifiche, tutto il suolo, tutto: c’ha il 60% del bilancio del ministero». Per poi aggiungere: «Nel vecchio incarico lei si farebbe sostituire da Gennaro».
 

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