Corruzione a Roma, Tedeschini spinge la figlia: «La piazziamo all'Agcom con un concorso fittizio»

Il dialogo con la moglie di Innocenzi Botti: «L’autorità ha tanti soldi in pancia, è il momento giusto»

Corruzione a Roma, Tedeschini spinge la figlia: «La piazziamo all'Agcom con un concorso fittizio»
di Valeria Di Corrado e Valentina Errante
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 11:04

«Le facciamo vincere un concorso scamuffo». Così il professore Federico Tedeschini, da lunedì agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione, avrebbe cercato di far leva sulla sua fitta rete di amicizie altolocate per trovare un impiego alla figlia Ludovica (estranea all'inchiesta). È quanto emerge dall'attività di intercettazione del nucleo investigativo dei carabinieri di Roma, coordinati dalla Procura.

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Nel suo studio legale di largo Messico, ai Parioli, Tedeschini incontra Giancarlo Innocenzi Botti, ex commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ed ex presidente di Invitalia, e la moglie di quest'ultimo, Alessandra Lenzi, funzionario presso l'Agcom. È proprio lei a prospettare all'avvocato amministrativista «la possibilità di favorire l'assunzione presso l'Autorità della figlia di Tedeschini, Ludovica, accordandosi anche per superare - si legge nelle carte dell'inchiesta - l'ostacolo costituito dal voto di laurea non sufficiente, con l'assunzione in mobilità». Lenzi: «Hanno un sacco di soldi in pancia, lì in autorità, e vogliono giustamente fare le assunzioni nuove (...) giustamente in mobilità la possiamo chiamare, se lei entra nelle altre istituzioni». L'avvocato concorda: «Là può entrare come mobilità, certo. Le facciamo vincere un concorso scamuffo». «A comprova - spiegano gli inquirenti - del potere di Tedeschini di intervenire addirittura per far vincere alla figlia un concorso truccato per poi farla transitare, con mobilità, presso l'Agcom». Contestualmente i due parlano anche con l'avvocato Nicola Petracca (non indagato), al quale Tedeschini illustra la problematica che riguarda la Lenzi: «Il problema di Alessandra è il seguente punto, che questo è il momento nel quale l'Autorità sono carichi di soldi, si può organizzare per la sua carriera... inventarci qualche cosa sulle funzione».


LA CRICCA SPARTITORIA
La trasversalità delle relazioni del professore Tedeschini emerge anche nella partita per la nomina a presidente di sezione del magistrato amministrativista Silvestro Maria Russo, accusato di corruzione in atti giudiziari e interdetto per un anno dal suo incarico su ordine del gip del Tribunale di Roma, Roberta Conforti. Il 31 gennaio scorso vengono intercettati mentre parlano proprio di questa partita e delle difficoltà di Russo ad assumere incarichi più importanti, fatto che lui imputava a nemici che aveva all'interno, tra i quali citava il consigliere di Stato Oberdan Forlenza, membro del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa: «Ma il problema è questo... qui c'è una cricca spartitoria che è governata come al Csm. La cricca spartitoria ovviamente, si allarga con me, perché sa che io non c'ho santi in paradiso, siamo sempre lì, anzi avevo pregato i miei colleghi di Consiglio di Stato (...) non viene comandato da quattro strummoli di terre, alcuni dei quali psicopa, uno camorrista gli altri psicopatici... allora l'intesa spartitoria è stata quella di mandare anzitutto gli uomini del Consiglio di Presidenza». Dopo aver fatto delle sue previsioni in relazione alle varie nomine, Russo riferisce che, in quel momento, non erano rimasti incarichi di prestigio, ma solo «scartine», tra i quali vi era la Presidenza del Tar dell'Abruzzo: «Allora, l'intesa spartitoria è questa, adesso che cosa sono rimasti, le scartine, perché fra poco a marzo, ad aprile, se ne va Umberto Realfonzo e si libera... siccome lì, il Tar dell'Abruzzo, tranne che civuole andare Tasso... Tassoni... poco appetito, insomma». Tedeschini, invece, cercava di convincere l'amico giudice che il Tar dell'Abruzzo era un posto appetibile, poiché era in corso la ricostruzione post terremoto: «Guarda che il Tar dell'Abruzzo c'ha tutta la ricostruzione, eh! Non è un Tar secondario... e poi è comodo da raggiungere». I due commentano anche l'assegnazione del Tar della Lombardia. Russo dice: «Basta, perché già la Panzironi si è prenotata il Tar della Lombardia e passerà in tromba».


I GUAI FISCALI
Dall'inchiesta emerge anche che Tedeschini ha un conto corrente pignorato per via di un debito con l'Agenzia delle entrate, legato a un contenzioso civile, che gli causa un rallentamento nel pagamento delle consulenze legali affidate al suo studio dalla provincia di Imperia, grazie al commissario ad acta dell'Ato Ovest Gaia Checcucci (interdetta dal gip di Roma per un anno dal suo incarico, in quanto si sarebbe lasciata corrompere dal professore). «Mo' i soldi arrivano, ma devi aspettare, perché guarda che c... mi è successo - cerca di temporeggiare Tedeschini con Pierfrancesco Sicco, compagno della Checcucci, accusato di aver fatto da intermediario nella triangolazione delle consulenze alla base dell'accusa di corruzione».

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