Finte cartelle cliniche per incassare i rimborsi della Regione: sequestrati 10 milioni a clinica di Grottaferrata

Otto indagati, migliaia di visite specialistiche oncologiche e urologiche al setaccio

Finte cartelle cliniche per incassare i rimborsi della Regione: sequestrati 10 milioni a clinica di Grottaferrata
di Giampiero Valenza
3 Minuti di Lettura
Sabato 3 Dicembre 2022, 07:38

Per sette anni avrebbero scritto sulle cartelle cliniche dei pazienti dimessi dalla struttura sanitaria di aver erogato prestazioni sanitarie per la lotta ai tumori e alle malattie urologiche che però non sarebbero mai state effettuate. Con il risultato che la Regione Lazio le avrebbe rimborsate tutte, una per una. È questa la pesante accusa che pende sul gruppo Ini di Grottaferrata che è stata avanzata dalla guardia di finanza e dai carabinieri di Roma su delega della procura della Repubblica di Velletri.

IL SEQUESTRO
Le forze dell'ordine, in totale, hanno eseguito un sequestro preventivo di dieci milioni di euro che sarebbe stato al centro delle erogazioni di denaro della Regione per tutte le prestazioni contestate. Per ora, dunque, è stato congelato il denaro (segno di come ancora sia tutto da definire).
La procura della Repubblica di Velletri ha dato mandato agli investigatori della finanza, proprio in queste ore, di capire se si raggiungerà questa stessa somma solo con i depositi dei conti correnti o se si dovrà passare anche ai sequestri degli immobili.

Al centro dell'inchiesta ci sono otto persone: i proprietari, gli amministratori e i dirigenti medici. Dovranno rispondere dei reati, in concorso, di falso e truffa. Si tratta di difformità documentali individuate dai tecnici ai quali dovranno presentare le loro controdeduzioni.

L'INDAGINE
Tutto parte da una verifica tecnica fatta dai funzionari amministrativi della Regione Lazio che, come da procedura, controllano le prestazioni erogate dai servizi della sanità privata accreditata con il servizio sanitario. Davanti ai documenti che erano stati presentati hanno notato alcune incoerenze. Sono state queste che hanno fatto poi partire un'investigazione del Nucleo antisofisticazione e sanità di Roma.
Era l'ottobre del 2017 quando i controlli hanno preso il via. Con i tecnici della Asl le forze dell'ordine hanno passato al setaccio alcune strutture sanitarie private del gruppo e fatto diverse ispezioni e accertamenti patrimoniali che poi sono stati svolti insieme alla guardia di finanza di Frascati.
Un lavoro meticoloso, quello degli inquirenti, che è passato anche attraverso le intercettazioni telefoniche. Nel maxi-blitz sono state sequestrate più di 7 mila cartelle cliniche che dovranno essere passate al setaccio da parte delle forze dell'ordine. La contestazione parte dal 2012 per poi arrivare fino al 2019.

IL GRUPPO
Il gruppo Ini, l'Istituto neurotraumatologico italiano, è un pezzo di storia della sanità del Centro Italia. Nasce a Roma, in via Torino, nel 1947, per volontà di Delfo Galileo Faroni, morto lo scorso anno: una vita, la sua, che si è intrecciata profondamente con la storia italiana. Mentre i tedeschi occupavano Roma, lui creò un reparto di malattie infettive ricoverando ebrei perfettamente in salute e ai militari nazisti vietò l'ingresso dicendo loro che avevano una strana malattia altamente infettiva. Così, li salvò tutti. Fu il medico di due pontefici, Pio XII e Giovanni XXIII. Nel corso degli anni Faroni con la sua famiglia ha portato avanti il suo progetto di cura e assistenza sanitaria: ha aperto sedi oltre a Grottaferrata anche a Veroli, Tivoli, Guidonia Montecelio, Canistro, Fonte Nuova. La struttura, considerata tra le strutture d'eccellenza della Regione, è specializzata in ortopedia, chirurgia estetica, oncologia, riabilitazione e cure palliative.

giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA