Castel Romano, torna la paura dei roghi tossici nella Capitale. «Accesi dai nomadi»

Castel Romano, torna la paura dei roghi tossici. «Accesi dai nomadi»
di Flaminia Savelli
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Martedì 21 Settembre 2021, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 15:27

La miccia si è accesa poco dopo le 23 di domenica notte. Il fuoco poi ha camminato veloce prima tra l'erba e gli arbusti, quindi nella maxi discarica abusiva di pneumatici e rottami. Le fiamme hanno raggiunto i due metri di altezza: i vigili del Fuoco hanno impiegato oltre quattro ore per mettere in sicurezza l'area intorno al campo di Castel Romano, nella zona est della Capitale. L'alta colonna di fumo denso era ancora visibile ieri mattina intorno alle sei tra Pomezia e Ardea con i residenti della zona preoccupati per il forte odore di bruciato che si è avvertito fino a dieci chilometri di distanza. Sul posto insieme ai pompieri, sono intervenuti anche i vigili urbani che hanno coordinato le operazioni di spegnimento.
L'INTERVENTO
È stato necessario l'intervento di quattro auto mezzi dei vigili del Fuoco che hanno gettato acqua e schiuma per impedire alla linea del fuoco di avanzare ancora e raggiungere i moduli abitativi del campo.

Castel Romano, incendio partito dal campo rom

 

Le operazioni di messa in sicurezza sono state lunghe e complesse anche a causa dei ripetuti scoppi. Secondo i primi accertamenti e da quanto è stato ricostruito, il rogo sarebbe partito da una macchina abbandonata a ridosso del campo rom, verso l'ingresso della via Pontina. Periti e tecnici stanno ancora lavorando: «L'innesco è di certo andato distrutto nell'incendio - spiegano gli investigatori - le fiamme hanno cancellato ogni traccia. Sarà difficile individuare il tipo di accelerante utilizzato. Siamo però riusciti ad accertare il punto di partenza del fuoco e abbiamo ricostruito la direttrice dell'incendio, verso il perimetro del campo».

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Ma appunto, della macchina da cui sarebbero partite le fiamme, non è rimasto che lo scheletro.

L'incendio si è quindi propagato nella zona già posta sotto sequestro lo scorso marzo (il 25). Quando sono state avviate le operazioni di sgombero dell'Area F. Un'operazione che era stata ordinata dalla sindaca Raggi per il «ripristino delle condizioni ambientali, igienico sanitarie a tutela della salute pubblica», si leggeva nell'ordinanza. Alla fine erano state allontanate circa trenta persone, tra cui anche minori. Ma anche l'intera area, circa 65 mila metri quadrati, è stata sottoposta a sequestro preventivo da parte dell'Autorità Giudiziaria per una serie di reati ambientali commessi al suo interno.

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Durante lo sgombero dello scorso marzo, gli agenti della polizia Locale avevano quindi scoperto la maxi discarica alle spalle del campo. Un lungo fossato diventato nel tempo un cimitero, dove oltre ai pneumatici erano accatastati pezzi di auto, marmitte, motori e motorini.
Proprio per l'alto rischio nella zona, lo scorso maggio il gruppo Spe (Sicurezza pubblica emergenziale) della polizia Municipale, aveva sollecitato un intervento del Comune per ripulire l'area. Una bonifica per ripulire e mettere in sicurezza la zona.

 

Eppure al sollecito degli agenti dello Spe, non è seguita alcuna risposta: la discarica alle spalle del campo rom è rimasta lì allargandosi ancora nei mesi. Fino a domenica quando le fiamme ne hanno distrutto una parte. Ora è massima allerta lungo il perimetro del campo nomadi di Castel Romano. Il timore è che altri pericolosi fuochi possano accendersi nella maxi discarica.
flaminia.savelli@ilmessaggero.it
 

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