Don Bosco, sgomberate le case “rubate” dai rom a Roma: i nomadi lasciano solo dopo ripetuti interventi

I carabinieri sono riusciti a liberare due appartamenti di proprietà dell’Inps

Don Bosco, sgomberate le case rubate dai rom a Roma: i nomadi lasciano solo dopo ripetuti interventi
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 24 Novembre 2021, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 08:51

Non casi episodici, ma ripetuti. Stesso quartiere e stessa provenienza degli occupanti. L'altra sera, a Cinecittà, sono stati liberati due appartamenti occupati abusivamente da senzatetto per lo più provenienti dal campo rom di via dei Gordiani. Uno lo aveva occupato Lilana Marinkovic, la zia di Nadia Sinanovic, la ventinovenne di origine slava che, nello stesso quadrante della città, a ottobre, aveva di fatto sfrattato, cambiandogli la serratura della porta, l'ottantaseienne Ennio Di Lalla, spesso impegnato fuori casa in visite mediche.

Case occupate a Roma, intervento dei carabinieri

 

L'ultimo intervento contro il furto di case è stato eseguito nel pomeriggio di lunedì, in due palazzine di via Calpurnio Fiamma appartenenti all'Inps, e si è concluso con altrettanti sgomberi. I carabinieri, per evitare momenti di tensione, sono riusciti prima a convincere un senza fissa dimora romeno di 30 anni e la compagna di 20, domiciliata appunto nel campo nomadi di via dei Gordiani, tra Centocelle e Torpignattara, a liberare l'appartamento.

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LO SGOMBERO
Durante le operazioni di sgombero, si è decisa a lasciare la casa occupata senza titolo anche Lilana Marinkovic.

La donna, zia di Nadia l'occupante abusiva della casa dell'anziano di Don Bosco, si era impossessata dell'appartamento a luglio, un paio di mesi prima della nipote, e ha deciso di lasciarlo solo dopo che i carabinieri hanno tagliato l'allaccio abusivo della corrente e hanno proceduto a una nuova segnalazione all'autorità giudiziaria. Per tutti è scattata la denuncia per invasione di edifici e furto di energia elettrica. Sia Nadia che la zia avevano occupato le rispettive case portando con loro le figliolette minorenni.

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LA DENUNCIA
La coppia del secondo piano era stata trovata all'interno dell'appartamento di via Calpurnio Fiamma dopo la segnalazione dell'Inps, impegnato da settimane in una sorta di ricognizione degli immobili spesso oggetto di occupazioni. Lilana invece si era fatta notare già il giorno dello sgombero della nipote dalla casa di Ennio Di Lalla: «Le case erano libere, e noi vogliamo un tetto», aveva detto. Era stata una delle donne del campo infatti ad attivarsi per recuperare i pochi mobili, un materasso e la tv portati nell'appartamento dell'anziano.
DOPO LO SGOMBERO L'ASTA
Dopo gli sgomberi l'Inps ha murato le porte d'ingresso e annunciato che metterà all'asta i due immobili. «Siano riusciti a recuperare due appartamenti in Via Calpurnio Fiamma, al civico 130 e 142, occupati abusivamente - si legge in una nota dell'istituto - Un intervento reso possibile grazie alla determinazione dei funzionari della Direzione centrale patrimonio e investimenti e al forte impegno dei carabinieri della Compagnia Roma Casilino». L'Inps ha ora chiesto un tavolo di confronto con la Prefettura di Roma per gestire i casi di occupazioni abusive maggiormente critiche.

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L'ATTESA
Intanto Di Lalla, l'anziano sfrattato dall'appartamento di suo proprietà (godeva dell'usufrutto), a due settimane dallo sgombero non è riuscito ancora a rientrare a casa. La bonifica dell'immobile infatti non è stata ancora effettuata. Le prime operazioni di igienizzazione sono cominciate ieri grazie ad alcune casalinghe del quartiere che si sono offerte per fare le pulizie. Oggi invece toccherà ai volontari della Comunità di Sant'Egidio. Anche il Comune aveva promesso un intervento ma la ditta incaricata attendeva il riallaccio delle utenze, ora attive. «Mi hanno ridotto la casa in una stalla», si è lamentato il pensionato. «Di fatto sto ancora fuori».
 

 

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