Roma, nasce la Casa del pane. «Insegniamo un mestiere»

Nel castello di Torrenova don Vittorio Bernardi organizza corsi per i meno abbienti

Roma, nasce la Casa del pane. «Insegniamo un mestiere»
di Laura Bogliolo
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Sabato 28 Gennaio 2023, 08:01

«Non sono laureati, non hanno studiato, quindi, visto che gli eredi di Steve Jobs non li assumerebbero mai, noi gli insegniamo l'arte bianca, quella delle tre p: impareranno a fare pane, pasta e pizza». Ha la parola accoglienza stampata nel cuore. Adora, come tutti i veri intenditori di umanità, la «cintura della periferia». Per anni è stato parroco nella chiesa Santi Simone e Giuda Taddeo, nella borgata di Torre Angela, estrema periferia Est. Ora si è spostato a Sud, nella parrocchia San Giovanni XXIII, a Mezzocammino.

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L'IDEA

Don Vittorio Bernardi, 61 anni, riesce a intravvedere quell'anello di congiunzione tra poveri e ricchi che rimane nascosto ai più, soprattutto a chi ha gli occhi non allenati alla bontà. Scherza con gli uni e con gli altri. «Per lei nobil donna - ci dice con ironia - ci saranno corsi ad esempio per imparare a fare la torta Sacher, ma a pagamento... Per i bisognosi offriamo gratis ore da trascorrere con le mani in pasta per diventare fornai, mestiere che non tramonterà mai». Don Vittorio non è schiacciato dall'istante come tanti di noi: pensa invece al futuro e vede nella vita di chi non ha più niente, una possibilità per ricominciare. Per lui, non esistono teoremi applicabili genericamente a tutti: ognuno ha una sua storia, un suo dolore. Ed è da lì che si deve iniziare per riconquistare autonomia. Nel castello di Torrenova, in via Casilina 1386, è nata la Casa del pane, inaugurata ieri. «Si tratta di una scuola di formazione dedicata alle persone svantaggiate, sia italiane che straniere, gli insegneremo un mestiere: siamo in una zona con gravissimi disagi e vogliamo dare una risposta al drammatico problema della ricerca del lavoro. Il corso - aggiunge - costa solo un euro, mica facciamo la carità...».

A insegnare, dietro ai grembiuli sporchi di farina, ci saranno professionisti romani. E anche grandi chef. Quali? «No, non posso ancora dirle chi...». Insomma si torna all'antico, alle tradizioni, per trovare un lavoro nella Capitale negli anni della crisi e della post pandemia. Don Vittorio nel 2002 ha creato Casa Sant'Anna Onlus per accogliere persone in difficoltà. «Abbiamo aperto sei case rifugio, ospitiamo donne sole con bimbi, ma anche uomini italiani e stranieri con difficoltà: una di queste strutture ora dobbiamo ristrutturarla, ma non abbiamo i soldi». Una trentina le persone accolte, tra loro «anche mariti separati, o picchiati dalle mogli, sembra assurdo ma c'è anche questo». Poi l'idea della Casa del pane, progetto finanziato dalla Regione Lazio. «Io volevo creare un laboratorio di ceramica, ma il nostro grande amico Giuseppe De Rita, tra i fondatori del Censis, mi ha detto: Ma quale ceramica! Insegna a fare il pane, troveranno sempre lavoro, c'è una grande richiesta...». E così don Vittorio ha partecipato e vinto insieme alla sua squadra di volontari e amici il bando della Regione Lazio Crea. È stato solo l'inizio. «Un benefattore anonimo che gira il mondo ha acquistato e ci ha donato il piano terra del castello di Torrenova degli Aldobrandini e della famiglia Borghese: durante la riqualificazione abbiamo anche scoperto un blasonato romano, vetri del Settecento e una finestra del Medioevo. Abbiamo saputo che questo spazio era la vecchia locanda del castello». Il calendario delle lezioni deve essere ancora definito. «Intanto già molti hanno chiamato, con i corsi di cucina a pagamento e con l'aiuto di volontari e amici finanzieremo quelli gratis per chi è in difficoltà: siamo tra l'altro davanti alla fermata Torrenova della metro C, quindi anche chi non ha l'auto perché non può permettersela, può raggiungerci. Noi accogliamo tutti, come sempre, a braccia aperte».

laura.bogliolo@ilmessaggero.it

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